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Lo scandalo esploso nel 2006 sconvolse l’intero sistema calcistico.
Le intercettazioni tra dirigenti e designatori arbitrali rivelarono un sistema di pressioni, favoritismi e manipolazioni.
Ne seguirono retrocessioni e penalizzazioni: la Juventus finì in Serie B, Milan, Fiorentina e Lazio subirono punti di penalità, e la credibilità del calcio italiano crollò.

L’Italia vinse il Mondiale 2006, ma il trionfo di Berlino non bastò a lavare via la macchia di un sistema malato.
Da allora, ogni fischio arbitrale è diventato motivo di sospetto.


Plusvalenze e caos Juve (2021–2023)

Il ritorno del sospetto

Diciassette anni dopo, la Juventus tornò di nuovo al centro delle inchieste — non più per gli arbitri, ma per i bilanci.
Le procure indagarono su plusvalenze fittizie e stipendi manipolati durante la pandemia.

Tra penalizzazioni, ricorsi e patteggiamenti, emerse una sensazione amara: il calcio italiano non aveva mai davvero chiuso i conti con se stesso.
Nessun colpevole assoluto, nessun innocente: solo un sistema ancora in crisi di fiducia.


Inter–Juventus 2-3 (2018)

Il “fallo di Pjanic” che cambiò uno scudetto

È il 28 aprile 2018, San Siro.
Al 57’, Pjanic, già ammonito, entra duro su Rafinha. L’arbitro Orsato lascia correre.
L’Inter, in dieci per l’espulsione di Vecino, aveva rimontato fino al 2-1, ma negli ultimi minuti la Juventus ribalta tutto: 3-2.

Il giorno dopo, il Napoli crolla a Firenze.
Quel mancato secondo giallo diventa un simbolo nazionale: se ne parla in TV, sui social, perfino in Parlamento.
Orsato ne porterà il peso per tutta la carriera. È l’emblema di un calcio dove ogni fischio diventa un processo.


Roma–Inter 2-1 (2010)

La partita che anticipò il VAR

Prima del VAR, c’era Emidio Morganti.
Gol annullati, rigori contestati e tensione costante: Roma–Inter del 27 marzo 2010 è rimasta nella memoria come uno dei match più discussi della corsa scudetto.

Da quella serata nacque l’idea di una tecnologia a supporto degli arbitri, poi introdotta nel 2017.
Da allora, però, le polemiche non si sono mai spente: più giustizia, o solo più confusione?


Milan–Como in Australia (2025)

Il calcio che cambia continente

È la notizia del momento: per la prima volta, una gara ufficiale di Serie A si giocherà a Perth, in Australia.
Ufficialmente per l’indisponibilità di San Siro, in realtà per marketing e diritti TV.

L’evento divide tifosi e addetti ai lavori:
c’è chi lo vede come una svolta globale e chi come la fine del calcio popolare.
Forse è solo l’inizio di una nuova era, in cui la Serie A parla più inglese che dialetto.


Dalle intercettazioni alle dirette dall’altra parte del mondo

Dalle intercettazioni di Calciopoli alle plusvalenze della Juve, dai fischi di Orsato alle partite giocate dall’altra parte del pianeta, il calcio italiano ha cambiato volto molte volte, ma non natura.
È ancora lo specchio dell’Italia: appassionata, caotica, sempre in cerca di giustizia.

E mentre la palla continua a rotolare, resta una certezza:
qui non si tifa soltanto — si giudica, si discute e si vive ogni scandalo come fosse un derby.