L’anno più triste: le 5 morti eccellenti che hanno sconvolto il 2025
Da Armani a Baudo, da Fede a Vanoni fino a Eleonora Giorgi: il 2025 perde cinque giganti. Ecco perché questi addii hanno segnato l’anno.
C’è un silenzio strano, nel 2025. Un silenzio che non nasce dalla quiete, ma da quei vuoti che nessuna voce può riempire. Mancano ancora settimane alla fine dell’anno, eppure sembra già di aver attraversato un secolo.
Cinque nomi. 5 morti. Cinque storie chiuse per sempre. Cinque ombre allungate su un paese che non si abitua alla parola fine.
Giorgio Armani: l’uomo che vestì il mondo e poi se ne andò in punta di piedi
Il 2025 ci ha tolto un impero. Armani non era solo un marchio: era una firma sulla pelle del tempo.
Con la sua morte, Milano ha cambiato suono. Le sfilate sembrano più fredde, i riflettori più stanchi.
Si spegne così l’uomo che aveva cucito l’eleganza sul corpo del pianeta. Un maestro che non ha mai alzato la voce: ora il silenzio pesa il doppio.
Eleonora Giorgi: l’ultima diva dolente
Sorrideva anche nella sofferenza, come solo le attrici “vere” sanno fare.
La sua scomparsa non è stata una notizia, è stata una stilettata.
Se n’è andata portandosi via un modo di interpretare il dolore che non esiste più.
Le interviste, le lacrime, le risate spezzate… oggi sembrano pezzi di un film che non gireremo mai più.
Emilio Fede: la voce che non si spegnerà più del tutto

Anche chi non lo amava dovrà ammetterlo: Fede era un personaggio assoluto, totale, irripetibile.
Quando è morto, non è mancato solo un giornalista.
È mancato un pezzo d’Italia: quella che urlava, che esagerava, che viveva di eccessi e di teatro.
Il TG4 delle urla e delle smorfie è finito per sempre. E, brutto dirlo, un po’ ci mancherà.
Pippo Baudo: l’ultimo saluto al conduttore che sapeva tenere l’Italia per mano

Quando si è saputo, non è stata cronaca: è stata storia.
Baudo non era un volto televisivo: era un parente.
Uno che entrava in casa senza bussare e sapeva farti compagnia anche nei giorni vuoti.
L’Italia perde l’uomo che “li ha scoperti tutti”, ma soprattutto perde uno specchio rassicurante, un punto fermo che non scricchiolava mai.
Adesso la TV sembra più rumorosa ma molto più sola.
Ornella Vanoni: l’ultima voce che sapeva raccontare la notte
Forse l’addio più doloroso.
Quando è morta Ornella, è morta una certa idea di sensualità, di ironia, di jazz, di malinconia.
Le sue canzoni non erano canzoni: erano confessioni sussurrate, calde e fragili.
Senza di lei le notti italiane fanno più freddo.
E ogni palco, da oggi, avrà una poltrona vuota e una sigaretta spenta.
Un anno che chiude più porte del previsto
Il 2025 non è solo un anno con cinque lutti eccellenti.
È un anno che ha estinto una generazione, che ha tolto colore, volume, presenza.
Tra un mese e mezzo finirà il calendario, ma certe assenze continueranno a bussare.
In un’Italia sempre più veloce, questi addii ci ricordano la cosa più crudele:
che la storia non aspetta nessuno, e quando decide di cambiare capitolo, lo fa senza pietà.



