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In esclusiva ai microfoni di Monza-News, il sindaco di Bellusco, Mauro Colombo, ha detto la sua sul progetto della Pedemontana, raccontando il proprio punto do vista in una lunga intervista. Da sempre divisiva per l'opinione pubblica, la grande opera continua a far molto discutere in Brianza, con il primo cittadino del comune della provincia di Monza che si è detto "favorevole a un progetto della Pedemontana più sostenibile. Queste le sue parole. 

Perché dite no alla Pedemontana?
“Il mio non è un no a Pedemontana, è un no a questo progetto di Pedemontana. In particolare a quello di completamento dell'opera nella tratta D, ovvero il percorso che da Vimercate originariamente si connetteva all'autostrada A4 in prossimità di Dalmine, ma che ora vorrebbero variare con un nuovo progetto per portarla a chiudersi, sempre in A4, in prossimità della TEEM tra Agrate e Caponago.  Questo nostro parere contrario ambisce a essere uno stimolo per valutare tutte le altre alternative al progetto, che riteniamo essere presenti e che non sono state adeguatamente analizzate e prese in considerazione nello studio di fattibilità iniziale da Concessioni Autostradali Lombarde (CAL), ossia la partecipata di Regione Lombardia. Sottolineo, alternative al progetto esistono, e parliamo di varianti che possono ridurre l'impatto di quest'opera utilizzando le infrastrutture esistenti”.

Quali sono le alternative alla Pedemontana che proponete?
“Nei documenti che abbiamo presentato in conferenza di servizio con i sindaci coinvolti facciamo presente che la tangenziale Est di Vimercate,  se completata con l'interconnessione con l'autostrada A4, svolgerebbe la stessa identica funzione di questo progetto di variante della tratta D breve. È l'alternativa più immediata e intelligente all'attuale progetto di Pedemontana e vede l'utilizzo della tangenziale Est di Milano adeguatamente potenziata nel tratto interessato dal nostro territorio, ovvero il percorso tra Agrate e Vimercate, dato che, in alcuni tratti, corre parallela, anche a meno di tre chilometri, al tracciato progettato da Pedemontana. Inoltre, svolge identiche funzioni di collegamento viabilistico tra l'arrivo della tratta C e il collegamento con l'autostrada A4. Basterebbe realizzare lo svincolo di interconnessione che attualmente manca e che il nostro territorio sta attendendo da parecchio. Perché creare nuove infrastrutture quando basterebbe potenziare quelle già esistenti?”

In che modo i comitati no Pedemontana si stanno organizzando per far sentire la propria voce?
“Noi e le amministrazioni comunali coinvolte abbiamo espresso tutte le nostre osservazioni di criticità a quest'opera, partendo appunto da quanto detto prima riguardo la mancata analisi di alternative al progetto che richiederebbero un minore sforzo di manodopera e soprattutto un ben più basso consumo di suolo. Ricordiamo che il progetto della tratta D breve impatterebbe in modo drastico sul territorio, che è quasi tutto agricolo ed è inserito nel Parco PANE (Parco Agricolo Nord-Est)”. 

È cosciente che in questi casi spesso la politica non accoglie le istanze dei cittadini, essendoci di mezzo interessi molto più grandi? 
“L'iter approvativo è ancora in corso, quindi gli spazi per farsi sentire e per trovare una soluzione a questa questione esistono ancora. Siamo in ogni caso coscienti che la Regione è molto decisa nel portare avanti questa variante. Confido ancora che ci possa essere la volontà tecnica e poi politica di sospendere l'iter di approvazione della variante per una riapertura vera del dialogo con i territori, nell'ottica appunto di trovare soluzioni alternative”. 

Come ha risposto la politica alle vostre istanze? Quanti e quali Sindaci sono dalla vostra parte?
“Gli undici comuni coinvolti, indipendentemente dal colore politico dei loro amministratori, sono compatti nel ritenere questo progetto di Pedemontana deleterio per il loro territorio. Difficilmente andrà a portare benefici alle zone coinvolte, anzi, andrà a sovraccaricare la rete viaria provinciale esistente con nuovo traffico di attraversamento generato anche dal nuovo svincolo previsto a ridosso della SP2 tra Vimercate e Bellusco, così come si evince dalle analisi promosse dalla provincia di Monza e della Brianza. Questa cosa è molto significativa perché quando è stato approvato il progetto non c'era una coesione così forte dei territori coinvolti. Ora invece la richiesta di revisione del progetto è quasi unanime. Il sentimento è condiviso dalla maggior parte delle persone, contrarie alla tratta D concepita in questo modo”.

Cosa cambia effettivamente tra tratta D breve e tratta D lunga?

“La tratta D lunga inoltre sarebbe andata a decongestionare il traffico di attraversamento Est-Ovest grazie anche alla costruzione del nuovo viadotto sull'Adda. Al contrario, la tratta D breve oltre a non risolvere il problema, con il nuovo svincolo lo peggiorerebbe, e non poco. Ci stiamo facendo sentire nelle sedi opportune, vale a dire in quelle che sono le interlocuzioni con la Regione Lombardia. Al momento, non c'è stato un adeguato dialogo con la Regione nella fase di localizzazione del progetto. Regione Lombardia ha approvato il progetto con delibera di Giunta a inizio ottobre. I dialoghi con le amministrazioni comunali sono arrivati dopo. In questo momento, l'interlocuzione avviene all'interno della Conferenza di servizio con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.