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Nel cuore delle città storiche, il tema dell’accessibilità rappresenta oggi una delle sfide più delicate e urgenti. Rendere fruibili luoghi simbolici significa trovare un equilibrio complesso tra tutela del patrimonio e diritto di tutti a vivere gli spazi pubblici.
Anche a Monza il dibattito su come intervenire sui monumenti storici si inserisce in un percorso più ampio di attenzione alla qualità urbana e all’inclusione.
Negli ultimi anni, l’evoluzione normativa e culturale ha imposto nuove riflessioni sulle barriere architettoniche presenti negli edifici storici.
Un confronto che coinvolge istituzioni, progettisti e cittadini, chiamati a immaginare soluzioni rispettose della storia ma aperte al futuro.

Arengario Monza
Foto Comune di Monza

Arengario di Monza e accessibilità: il confronto pubblico

Si è svolta il 16 dicembre, presso la Sala Conferenze dei Musei Civici, un’assemblea pubblica dedicata alle ipotesi progettuali mirate a garantire piena accessibilità all’Arengario di Monza, uno dei monumenti simbolici della città risalente al ’200 e da sempre elemento centrale dell’identità urbana.
L’Arengario di Monza e il suo spazio espositivo risultano chiusi al pubblico da alcuni anni a causa delle barriere architettoniche che ne impediscono la fruizione da parte di tutti i cittadini.

L’incontro è stato introdotto dal Sindaco Paolo Pilotto e dall’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti, seguiti dall’intervento dello storico dell’arte Giovanni Agosti, che ha proposto una riflessione sulla storia e sul destino degli Arengari nell’Italia settentrionale.

A illustrare le ipotesi preliminari sono stati i progettisti dello studio Stefano Boeri Architetti

Siamo felici di aver avuto l'occasione di un dialogo attivo con la cittadinanza, utile ad allargare la riflessione su un luogo radicato nella memoria di tutti i monzesi.

Comune di Monza, progetto Arengario: le due ipotesi

Le due ipotesi preliminari per la messa a norma degli accessi al piano nobile dellArengario di Monza sono il risultato di un confronto approfondito con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e con il Comando dei Vigili del Fuoco. Entrambe prevedono la demolizione dell’attuale scala esterna.

La prima soluzione propone l’inserimento di un ascensore all’interno della campata adiacente a quella occupata dalla scala elicoidale del 1902. Si tratta di un intervento dall’impatto contenuto, che concentra i servizi di salita e discesa in un’area già interessata da modifiche novecentesche, ma che comporta una riduzione della spazialità del porticato al piano terra.

La seconda ipotesi prevede invece un ascensore esterno, fisicamente distaccato dall’edificio, che richiama la storica modalità di accesso tramite il portale al primo piano della facciata est. In questo caso, l’ingresso avverrebbe attraverso una passerella sospesa, capace di rendere leggibile l’intervento contemporaneo e, allo stesso tempo, di rispettare l’integrità dell’Arengario di Monza, mantenendolo distinto dalla nuova struttura.

In entrambi gli scenari, le scelte progettuali incidono sull’organizzazione degli spazi e dei servizi al primo piano, ma la riapertura dell’Arengario di Monza rappresenta un passaggio fondamentale per restituire alla città un luogo di altissimo valore storico, culturale ed espositivo, finalmente accessibile a tutti.