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Empoli ed il Castellani ci forniscono prezioso assist per l’Amarcord dedicato alle clamorose statistiche di un portiere biancorosso della metà degli anni ‘80. Che tanti di noi – il sottoscritto in primis – non hanno sufficientemente apprezzato in corso d’opera. Forse perché quando in tre lustri si alternano tra i pali numeri uno (e non solo di maglia ...) del calibro di Castellini, Cazzaniga, Anzolin, Terraneo, Felice Pulici, Marconcini e Mascella beh, tutto il resto impallidisce al confronto. Soprattutto se l’orizzonte non è più quello nobile di stagioni ruggenti all’inseguimento del sogno proibito ma è diventato quello realistico di una salvezza cadetta da conquistare possibilmente senza soffrire le pene dell’inferno. 

Nell’estate del 1983 arriva alla corte di Mazzetti un ragazzone veneto di 23 anni e tante belle speranze che Osvaldo Bagnoli – impegnato nella certosina costruzione del capolavoro assoluto chiamato Verona – aveva fatto debuttare in Serie A qualche mese prima. Alberto Torresin è conscio del ruolo di vice Mascella: si applica diligentemente in allenamento ed attende disciplinatamente una opportunità. Che gli acciacchi di Poerio gli concedono presto. Il giovane portiere nativo di Cittadella para il suo primo rigore a San Benedetto del Tronto al 90° ma la soddisfazione viene rovinata da una colossale dormita della difesa che regala la mischia da cui scaturirà il gol decisivo per la vittoria dei marchigiani. A dicembre Magni subentra al Sor Guido e decide di dare continuità e fiducia a Torresin. Che ha mezzi fisici notevoli e buone qualità tecniche spesso costrette a fare i conti con una malcelata insicurezza. Il ragazzo non è nemmeno fortunato: a Cava de’ Tirreni para il suo secondo rigore ipnotizzando lo specialista Di Michele al minuto 35 ma il Monza perde perché a metà ripresa lo scandaloso Tubertini di Bologna regala un altro penalty ai padroni di casa (gol di Amodio). La demoralizzazione si impossessa di Alberto che qualche settimana dopo è compartecipe del disastro di Cremona (4-0 in meno di un’ora di gioco con doppietta di un indemoniato Vialli). Magni – che gli vuole bene – lo protegge e rimette tra i pali quel caratterialmente solidissimo vecchio e magnifico pirata che è Mascella. I biancorossi si salvano senza affanni e l’Alfredo – che se ne intende – in vista della stagione 1984-85 non ha il benchè minimo dubbio: il portiere titolare sarà Torresin con due ragazzi di Monza (il rientrante Meani e la giovane promessa Pinato) a contendersi il ruolo di vice. 

Rinfrancato dalla stima e dalla fiducia del mister, Alberto va incontro alla miglior stagione della sua carriera: 38 presenze (cioè tutte le gare) , contributo determinante al tranquillo campionato biancorosso (9° posto finale) e – soprattutto – quella clamorosa, favolosa, straordinaria statistica. Il Monza si vede fischiare contro 6 calci di rigore: solo il perugino De Stefanis ed il varesino Buongiorni superano il numero uno del Monza. Che è grandissimo al cospetto di un califfo del calibro del ‘Cobra’ Tovalieri (Arezzo), glaciale nel duello con il collega di ruolo Rampulla (Cesena), ipnotico nel condizionare il triestino De Giorgis. Una collana di perle iniziata nella giornata d’esordio, appunto al Castellani di Empoli. Classica partita da primo turno: rodaggio di uomini e schemi. 0-0 che sembra ineluttabile. Succede poco (ai punti meglio gli ospiti) fino alla metà circa della ripresa quando Boito, seconda punta empolese, cerca e trova il contatto con Saltarelli in piena area. Ai giorni nostri ci sarebbe (forse) un check del Var, il cagliaritano Tuveri indica il dischetto. Capitan Ronco si vede sventolare il cartellino giallo per reiterate proteste. Il ragazzo di Cittadella si concentra in appartata solitudine. Dagli undici metri si presenta il centravanti Cinello che scarica una bordata abbastanza centrale, Alberto è freddo, resta in piedi il più possibile e respinge con le gambe. Ricapitolando: in due campionati di Serie B Torresin ha parato ben 6 degli 11 calci di rigore ai quali si è opposto con la maglia numero uno del Monza. Oggi un estremo difensore con queste statistiche sarebbe letteralmente idolatrato. Noi – inguaribili romantici – approfittiamo della prossima trasferta di Empoli per farci perdonare di non aver sufficientemente apprezzato dai gradoni del Sada gli anni biancorossi di quell’ottimo portiere che è stato Alberto Torresin.

Fiorenzo Dosso