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Negli ultimi mesi il tema delle grandi infrastrutture è tornato al centro del dibattito pubblico, soprattutto nei territori di confine tra province che condividono flussi quotidiani di traffico, lavoro e servizi. Quando un’opera strategica riguarda più comunità, le decisioni tecniche si intrecciano inevitabilmente con esigenze sociali, ambientali e urbanistiche.

In questi casi, il confronto tra enti, cittadini e istituzioni diventa un passaggio chiave per orientare le scelte future. Non si tratta solo di stabilire dove costruire, ma anche come farlo, con quali tempi e con quale impatto sul territorio.

Il percorso che accompagna opere di questo tipo è spesso lungo e complesso, fatto di valutazioni, studi e passaggi intermedi che incidono direttamente sulla vita quotidiana delle comunità coinvolte.

È in questo contesto che si inseriscono gli ultimi sviluppi legati a un’infrastruttura storica e strategica per la mobilità lombarda.

Ponte San Michele

Ponte San Michele e nuovo ponte sull’Adda: il verdetto di Rfi

«La migliore collocazione possibile della nuova opera è quella in stretto affiancamento». È questa la conclusione contenuta nella relazione finale di Rete Ferroviaria Italiana sul futuro Ponte San Michele, documento che chiude il dibattito pubblico avviato lo scorso 15 maggio.

Rfi, proprietaria dell’attuale viadotto, conferma quindi l’ipotesi del nuovo ponte sull’Adda realizzato in affiancamento all’esistente. Resta però aperta la scelta sul lato di realizzazione: a nord, con interferenze sul cimitero di Paderno, oppure a sud, con l’abbattimento di alcune abitazioni sulla sponda di Calusco. Una decisione rinviata al concorso d’idee internazionale che verrà bandito a breve.

«Tale concorso avrà, tra gli altri, come obiettivo il recepimento dei requisiti evidenziati dai portatori d’interesse», spiega Rfi, sottolineando un percorso che potrebbe allungare ulteriormente i tempi di realizzazione dell’opera.

Nella relazione finale vengono inoltre richiamate «le volontà delle amministrazioni locali di partecipare in modo propositivo al processo decisionale, avanzando contributi tecnici e proposte operative che potranno orientare le successive fasi progettuali».

Traffico, impatto ambientale e approccio integrato ferro-gomma

Tra i principali punti di convergenza emersi nel dibattito sul Ponte San Michele, Rfi evidenzia la necessità di mantenere gli attuali collegamenti ferroviari e stradali, ridurre l’impatto ambientale, preservare il cono visivo dell’attuale viadotto e minimizzare gli espropri, mantenendo un approccio integrato tra ferro e gomma.

Particolare attenzione viene riservata alle possibili ricadute sulla viabilità locale, tema sensibile soprattutto per i territori della sponda meratese e per le aree confinanti della provincia di Monza e Brianza. «Si ritiene di implementare lo studio del traffico di Rfi, per approfondire e valutare la domanda attualmente inespressa che verrà attratta dal nuovo ponte e la sostenibilità della rete viabilistica locale».

Al momento, però, non sono stati indicati tempi certi né per l’indizione del concorso internazionale né per la nomina del commissario annunciata nei mesi estivi per accelerare l’avanzamento dell’opera.

Regione Lombardia e Ponte San Michele: il commento dell’assessore Terzi

Sui recenti sviluppi è intervenuta anche Regione Lombardia. «Rete Ferroviaria Italiana ha pubblicato oggi il documento conclusivo con cui si chiude il dibattito pubblico riguardante il progetto del nuovo Ponte San Michele», ha dichiarato l’assessore alle Infrastrutture e opere pubbliche, Claudia Maria Terzi.

«Da quanto riportato viene confermato il lavoro di confronto portato avanti in questi mesi e la disponibilità a raggiungere una soluzione condivisa e migliore in termini di costi e benefici, di minor impatto ambientale, capace di assicurare una gestione delle viabilità mantenendo un approccio integrato tra ferro e gomma».

Terzi ha poi aggiunto: «Apprendiamo inoltre da Rfi che si avvia ora una nuova fase, che prevede, entro i primi mesi del prossimo anno, l’emanazione del bando di concorso internazionale di progettazione per lo sviluppo del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) della nuova opera, che dovrà rielaborare la soluzione del nuovo ponte in stretto affiancamento all’attuale, ottimizzata secondo le indicazioni delle osservazioni recepite. A valle dell’elaborazione del PFTE partirà poi l’iter autorizzativo, di cui è prematuro prevedere delle tempistiche».