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Negli ultimi anni il racconto pubblico delle grandi famiglie italiane è cambiato profondamente, intrecciandosi sempre più con percorsi personali, fragilità dichiarate e nuove responsabilità sociali. Figure note per il cognome che portano hanno scelto di esporsi meno sul piano politico e più su quello umano, culturale e valoriale, raccontando il proprio presente con maggiore consapevolezza.

Anche il rapporto tra memoria privata e dimensione pubblica si è trasformato: il ricordo dei genitori, il peso dell’eredità e la gestione del dolore diventano occasioni per ridefinire priorità e visione del futuro. In questo scenario, le parole assumono un ruolo centrale, soprattutto quando arrivano da chi ha vissuto tutto sotto i riflettori.

È in questo contesto che si inserisce una lunga riflessione personale di Barbara Berlusconi, primogenita del secondo matrimonio dello scomparso presidente Silvio Berlusconi, quello con Veronica Lario, capace di toccare famiglia, salute mentale, educazione e senso delle istituzioni, senza cedere alla retorica né alla nostalgia.

barbara berlusconi

Barbara Berlusconi e Silvio Berlusconi: il ricordo del padre e gli ultimi progetti

Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera firmata da Angela Frenda, Barbara Berlusconi ha dedicato ampio spazio al rapporto con il padre, Silvio Berlusconi, soffermandosi in particolare sugli ultimi mesi della sua vita. La manager racconta la difficoltà emotiva nell’accettare il peggioramento delle sue condizioni di salute e il trauma vissuto al momento della scomparsa.

«Un giorno sono andata a trovarlo e mi ha detto: “Barbara, ho un’idea. Prendi carta e penna”». Da quell’incontro nasce il racconto di un progetto di ristorazione legato alla cucina sana, sviluppato insieme, fino ai dettagli del menù e dell’organizzazione. «Non era un menù dietetico, era il suo menù del cuore», spiega, elencando i piatti preferiti del padre. Un episodio che restituisce l’immagine di un uomo che, fino alla fine, «non ha mai smesso di progettare il futuro».

Barbara Berlusconi, depressione e ADHD: un percorso personale raccontato senza filtri

Un altro passaggio centrale dell’intervista riguarda il tema della depressione, affrontato apertamente da Barbara Berlusconi. «Dieci anni fa è cominciata una depressione impegnativa, durata a lungo», racconta, spiegando come il percorso terapeutico sia stato fondamentale per comprendere se stessa.

Nel tempo ha scoperto di avere l’ADHD, definito come «un disturbo del neurosviluppo». Una diagnosi arrivata in età adulta, inizialmente difficile da accettare ma anche liberatoria: «Dare un nome alle cose cambia tutto. Non era dunque una mia colpa». La maternità ha avuto un ruolo decisivo anche in questo percorso, soprattutto nel rapporto con uno dei figli che presenta difficoltà simili.

Fondazione Barbara Berlusconi, educazione e cultura al centro del futuro

Guardando al presente e al futuro, Barbara Berlusconi racconta la nascita della sua fondazione, avvenuta nella primavera 2025. Un progetto pensato per riflettere su educazione, infanzia e adolescenza, con un’attenzione particolare all’impatto degli strumenti digitali e dei social media sullo sviluppo dei più giovani.

La fondazione sostiene anche realtà impegnate sui disturbi dell’apprendimento, come DSA e ADHD, con l’obiettivo di aiutare i ragazzi a studiare con maggiore serenità. Accanto all’educazione, un ruolo centrale è riservato alla cultura e all’arte: non a caso Barbara Berlusconi è cofondatrice della Cardi Gallery e membro del patto per la Grande Brera, progetto che definisce «una delle realtà artistiche più importanti d’Italia».

Politica e cognome Berlusconi: una scelta consapevole

Alla domanda su un possibile impegno diretto in politica, Barbara Berlusconi è netta: «Non lo farò». Pur dichiarando rispetto per le istituzioni e definendosi «profondamente liberale», esclude una candidatura motivata dal cognome. «Pensare di entrarci solo per il cognome non ha senso», afferma.

Parla anche di stima personale e istituzionale per Giorgia Meloni, sottolineandone il valore storico come prima donna presidente del Consiglio. Quanto all’eredità politica del padre, conclude: «In questo momento no. Almeno, non con quella capacità di visione».