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Gravissima perdita per il mondo del calcio. E' infatti scomparso a 82 anni, in queste ore a San Paolo, la leggenda brasiliana Edson Arantes do Nascimento, al secolo Pelé.

Il tre volte (tuttora unico calciatore) Campione del Mondo verdeoro ('58/'62 e ‘70, quest'ultima ai danni dell’Italia) era malato da tempo, lottava in primis con un tumore al colon. La Perla Nera di Três Corações, classe 1940, ha militato “solamente” in due squadre di club nella sua longeva carriera: il Santos (con cui, tra i numerosi titoli in palmares, ha alzato due Coppe Libertadores e due Intercontinentali) fra il 1957 e il 1974 ed un biennio finale nei New York Cosmos (insieme al teutonico Beckenbauer, il compaesano Carlos Alberto e l'italiano Chinaglia), anche per promuovere il calcio nell'America del Nord. La FIFA gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1281 in 1363 match, mentre in incontri ufficiali ha messo a segno 757 marcature in 816 partite, per una media realizzativa pari a 0,93 gol a partita.

Con la SeleçãoO Rei ha messo a referto ben 77 gol in 92 gare, memorabile l'impetuoso colpo di testa nella finale di Messico ‘70, contro gli Azzurri, sovrastando, sospeso in volo, il roccioso Burgnich per il momentaneo 1-0 ,al 18’, allo stadio Azteca.

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Da sottolineare anche la sua indelebile partecipazione cinematografica nel film “Fuga della Vittoria”, nel 1981, diretto da John Huston, con la sua rabdomante e celeberrima rovesciata.

Attaccante ultra completo ed eclettico: tecnica sopraffina, abilità con ambo i piedi, doti condizionali sopra la media per l'epoca, furbizia, potenza, gioco aereo. Al termine del suo iter pallonaro è stato inoltre un prezioso ambasciatore, sia per le Nazione Unite che per l'UNESCO, oltre che nella FIFA; fu eletto anche Ministro dello Sport in Brasile nel 1995; successivamente, nel 2011, venne nominato come 'Patrimonio storico-sportivo dell'umanità'. Primo giocatore di calcio ad essere protagonista in un videogioco, si è dedicato inoltre a numerose campagne di sensibilizzazione dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.

Arcinoto il gran dilemma, che si è protratto anche sino ai giorni nostri e proseguirà probabilmente all'infinito, sul calciatore più forte della storia. Protagonista lui, ovviamente, insieme al Pibe de Oro Diego Armando Maradona. Paragoni, rimanendo in termini meramente calcistici, probabilmente forzati, tra i due 10 sudamericani, viste le epoche e caratteristiche tecniche differenti, confronti esageratamente soggettivi che non troveranno (forse) mai una verità. Ci piace immaginarli ora, riuniti e sereni, nell'Olimpo del Calcio dell'Eternità. Lasciando ai viventi l'onere e l'onore di dibattere sulle loro innumerevoli imprese, sulle nobilesche e raffinate gestualità annoverate nel munitissimo bagaglio tecnico di entrambi. Il mondo pallonaro terrestre non sarà chiaramente più il medesimo dopo il vuoto incolmabile che si è ineluttabilmente materializzato, conseguentemente a queste due tristissime dipartite nel giro dell'ultimo biennio. Due colonne ataviche ed imprescindibili per questo sport che rimarranno vive, nitide, limpide, scolpite e splendenti nella romantica ricordanza.

L'Amministratore Delegato e Vice Presidente Vicario del Monza lo ha voluto ricordare in un breve messaggio social ed una foto:

Adriano Galliani e Pelé. Fonte Adriano Galliani Facebook

 

Tanti i post di cordoglio dal pianeta calcistico e non solo. Tra questi i connazionali Ronaldo il “Fenomeno” e Neymar, oltre a Cristiano Ronaldo, Messi, Mbappé, il suo contemporaneo Rivera e Van Basten per citarne solo alcuni.