Una pizza per cambiare il mondo: il progetto che unisce inclusione e speranza
Nelle cucine e nelle sale di ristoranti speciali, ogni gesto diventa testimonianza concreta di dignità e diritti

Inclusione lavorativa e pizza sociale: un binomio vincente
Il 29 aprile ha preso il via, a Roma, un’iniziativa che unisce lavoro inclusivo e ristorazione sociale: i ragazzi di PizzAutsono arrivati nella Capitale per partecipare al Giubileo dell’Inclusione, un evento simbolico che rappresenta la forza di un’Italia più giusta. In uno scenario speciale come Castel Sant’Angelo, questi giovani pizzaioli stanno impastando, servendo, accogliendo con professionalità e orgoglio.
Dietro a ogni pizza c’è una storia. C’è Matteone, pizzaiolo appassionato, e ci sono camerieri sorridenti, tutti con diagnosi dello spettro autistico. Ma soprattutto, c’è un’idea: “Nutrire l’inclusione”. Non si tratta solo di offrire una possibilità, ma di riconoscere un diritto. Come ricorda spesso Nico Acampora, fondatore di PizzAut, “l’inclusione non è carità, è giustizia”.
Un’idea che il compianto Papa Francesco aveva fatto sua nel 2022, quando accolse il team indossando il grembiule rosso e servendo personalmente le pizze. Un gesto che resta impresso nella memoria collettiva e che oggi, dopo la sua scomparsa, assume un valore ancora più profondo.

Pizza e disabilità: il valore dell’inclusione nel lavoro
L’inclusione delle persone disabili nel mondo del lavoro è una sfida ancora aperta in Italia. Le realtà come PizzAut dimostrano che è possibile superare le barriere, ma per farlo servono politiche attive, investimenti e, soprattutto, un cambiamento culturale. Andrea, uno dei ragazzi del team, ha recentemente suonato l’“Alleluja” davanti a San Pietro: un gesto potente, che parla di presenza, di visibilità, di talento.
Oggi il progetto PizzAut non è solo un ristorante: è un simbolo. E questa trasferta romana è un messaggio rivolto a tutti: il valore delle persone autistiche va riconosciuto, sostenuto, amplificato. “Le persone autistiche possono rendere il mondo un posto migliore” – dice Acampora – ma serve l’impegno collettivo.
L’obiettivo? Cambiare la società, una pizza alla volta, costruendo un’Italia dove ogni talento trova spazio. Dove l’inclusione non è un’eccezione, ma la regola.
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Alessandro Sangalli