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Il prolungamento della linea M5 verso il nord di Monza è un’opera attesa da tempo, ma i costi aggiuntivi, stimati in 580 milioni di euro, rappresentano un ostacolo significativo. Mentre si cerca di ottenere i fondi necessari per avviare la gara d’appalto, circolano proposte di tagli al progetto, tutte concentrate sul tratto monzese. Secondo HQMonza, questa disparità non è giustificabile. L’ipotesi di terminare la linea all’ospedale San Gerardo, invece che al Polo istituzionale, è stata accolta con un netto rifiuto dal sindaco Paolo Pilotto, che ha escluso anche l’idea di fermare la metro al parco di Monza. Tuttavia, la voce di un possibile capolinea ridotto continua a circolare negli ambienti tecnici, alimentando il dibattito.

Fermare la metropolitana al San Gerardo avrebbe conseguenze rilevanti. Innanzitutto, si rinuncerebbe al capolinea previsto vicino allo studentato, dove è atteso l’arrivo di 500 studenti. Inoltre, i pendolari provenienti dalla Valassina e dalla Monza-Saronno perderebbero la possibilità di parcheggiare nei pressi del capolinea per raggiungere Milano comodamente in metro. La zona dell’ospedale, inoltre, si trasformerebbe in un punto di concentramento del traffico automobilistico proveniente dal nord della Brianza, con un impatto significativo sulla viabilità. L’apertura di un grande cantiere terminale in quell’area, necessario per riportare in superficie le macchine scavatrice, complicherebbe ulteriormente la situazione.

Il bosco dell’ex caserma: un’area verde o un rischio ambientale?

Al centro della controversia c’è anche il bosco cresciuto sull’ex caserma IV Novembre, un’area di 25.000 metri quadrati destinata a ospitare parte del progetto dello studentato e del prolungamento della M5. Alcune associazioni e comitati locali si battono per preservare questa zona verde, ma HQMonza contesta l’idea che si tratti di un vero bosco di valore. Secondo l’associazione, che ha condotto verifiche con esperti, l’area non è un tipico ambiente verde lombardo né ospita piante di pregio. Al contrario, è dominata da specie infestanti come false acacie, sambuchi neri e ailanthus, con una bassa capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico. Pochi pioppi e olmi non bastano a rendere l’area ecologicamente significativa.

HQMonza sottolinea che questa boscaglia rappresenta un rischio per la biodiversità, come confermato da studi scientifici. Inoltre, la presenza di ambrosia, un’erba infestante responsabile di allergie gravi, e di zanzare aumenta i potenziali pericoli per la salute umana. Le normative nazionali e regionali, infatti, prevedono interventi per gestire aree di questo tipo. L’associazione invita a un’analisi più approfondita prima di difendere a priori il bosco, evitando conclusioni affrettate.

Un passato militare e la necessità di bonifica

L’area dell’ex caserma IV Novembre porta con sé un’eredità complessa. Per decenni, ha ospitato carri armati, attrezzature militari e scorte di munizioni della Brigata Meccanizzata, con missioni anche all’estero. La presenza di materiali tossici, in particolare metalli pesanti, solleva interrogativi sulla dispersione ambientale avvenuta nel corso di cinquant’anni. HQMonza evidenzia che, come in altri siti militari dismessi, è necessaria una bonifica profonda per proteggere la falda acquifera e garantire la sicurezza dell’area. Dal 2019, il Demanio ha riconosciuto questa necessità, stabilendo l’obbligo di interventi di risanamento.

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Se da un lato l’abbattimento della boscaglia è inevitabile per realizzare il progetto della metropolitana e dello studentato, HQMonza propone una soluzione compensativa. L’associazione suggerisce di piantare nel territorio di Monza nuovi alberi e cespugli di pregio, selezionati tra le specie indicate dall’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) come particolarmente efficaci contro l’inquinamento. Questo approccio permetterebbe di bilanciare l’impatto ambientale e di migliorare la qualità del verde cittadino.

Una battaglia per il futuro di Monza

La polemica sul bosco e sul capolinea della M5 riflette una tensione più ampia tra sviluppo urbano, tutela ambientale e necessità di infrastrutture moderne. HQMonza si oppone con fermezza a qualsiasi riduzione del progetto della metropolitana, ritenendo che Monza meriti un’infrastruttura completa e funzionale. Allo stesso tempo, l’associazione invita a un dibattito informato sull’area dell’ex caserma, sottolineando i rischi ambientali e sanitari legati alla sua attuale condizione. La sfida è trovare un equilibrio che consenta di portare avanti il prolungamento della M5, bonificare l’area e investire in un verde di qualità per la città.