L'incredibile storia del pappagallo Gino tornato dopo 7 anni
Sette anni di silenzio, poi un ritorno inaspettato: il viaggio straordinario di un pappagallo cenerino che ha commosso Villasanta e riacceso la speranza tra affetti, memoria e ali ritrovate

Pappagallo scomparso Villasanta: ritrovamento incredibile dopo 7 anni
Era il 2018 quando Gino, un pappagallo cenerino, è sparito dalla casa del suo padrone, Sergio, a Monza. Da quel momento nessuna traccia, nessuna segnalazione. Anni di silenzio e attese. Finché, pochi mesi fa, un esemplare di pappagallo grigio africano è stato notato nei pressi di un centro ippico a Villasanta, debilitato ma vivo.
I volontari dell’ENPA si sono subito attivati per il recupero e il controllo sanitario. A sorprendere tutti, però, è stato un piccolo anello identificativo alla zampa. Grazie al codice inciso, i carabinieri forestali sono riusciti a risalire alla sua identità. Il pappagallo ritrovato era davvero Gino, lo stesso che sette anni prima si era involato nel nulla.
Il suo padrone, contattato immediatamente, non riusciva a credere a quella notizia. Dopo anni di incertezze e rassegnazione, il suo compagno piumato era tornato davvero. Il loro abbraccio ha commosso i presenti.

Animali domestici ritrovati: memoria, affetto e seconde possibilità
La storia di Gino è diventata simbolo di speranza per molti amanti degli animali domestici. Durante gli anni di assenza, il pappagallo aveva vissuto in contesti diversi: prima con un’anziana signora, poi con un giovane che lo aveva trovato per strada. Nessuno però aveva potuto immaginare quale fosse la sua vera origine.
Nonostante il tempo trascorso, Gino ha dimostrato tutta la sua intelligenza e capacità mnemonica: al momento del ricongiungimento con Sergio, ha pronunciato con il suo classico becco parlante la parola che tutti attendevano… il suo nome. “Gino”. Un dettaglio semplice ma che ha confermato, oltre ogni dubbio, la sua identità.
I pappagalli cenerini sono noti per le loro straordinarie doti comunicative e cognitive. Alcuni studi dimostrano che possono memorizzare centinaia di parole, distinguere oggetti, colori e addirittura contare. Gino, pur provato, ha dimostrato di non aver dimenticato né il suo nome né l’amore ricevuto.
Ora è tornato nella sua casa, circondato dalle cure di sempre. E anche se non conosceremo mai tutti i dettagli del suo lungo viaggio, una cosa è certa: la fedeltà affettiva non conosce confini, nemmeno tra piume e parole.
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Alessandro Sangalli