x

x

Papais dal dischetto batte Orsi (foto Caprotti)
Papais dal dischetto batte Orsi (foto Caprotti)

Ci sono partite che non possono essere archiviate come semplici partite. Ci sono partite che travalicano ogni contesto ed entrano in una dimensione mitica. Ci sono partite che assurgono a manifesto di un’epoca. Ci sono partite che riassumono una stagione magica e la sublimano per sempre consegnandola alla imperitura custodia della leggenda. Domenica 20 febbraio 1983, terza giornata di ritorno della Serie B. Al Sada è in calendario il più classico dei testacoda: il Monza – ultimo insieme alla Reggiana – riceve la visita della Lazio, capolista in coabitazione con il Milan. 14 lunghezze dividono le due squadre. Sarebbero 19 se ci fossero già i 3 punti a vittoria. I ragazzi di Mazzetti – subentrato a Jimmy Fontana alla metà del girone di andata – sono reduci da due inopinate sconfitte di misura (quella casalinga con il Perugia e quella di Cremona) che hanno rovinato un confortante trend e fatto (ri)piombare nella paura. La Lazio è in flessione dopo le sette vittorie consecutive (nove in dieci partite) tra ottobre e dicembre ma l’organico di Clagluna è di primissimo piano. Ricordo nitidamente due cose: il classico sole invernale pallido, debole, incapace di scaldare ed il particolare di essere stranamente solo. Senza papà e senza i soliti amici. Per una serie di motivi e di coincidenze.

Una formazione del Monza 1982-83 (foto Caprotti) 

 Sciarpa biancorossa intorno al collo e gradinata centrale, spostato verso la curva adiacente la Scuola Bellani. Dopo una decina di minuti di schermaglie, il Monza annichilisce gli ospiti in tutto e per tutto: sul piano del gioco, del ritmo, dell’intensità, dell’agonismo. Non sarebbe giusto stilare classifiche di merito eppure ancor oggi – a quarant’anni suonati di distanza – mi commuovo nel ricordare il duello vinto alla grande dal giovane stopper biancorosso Marco Baroni a guardia di un certo Bruno Giordano ed il dominio totale a centrocampo della magnifica coppia Trevisanello-Papais sul talentuoso tandem biancazzurro Manfredonia-D’Amico. Ed ancor oggi – a quarant’anni suonati di distanza – mi esalto nel ripensare ad un incontenibile, immarcabile, inesauribile Bolis. Che confeziona due assist per Pradella (in campo con una caviglia malandata) sui quali Nando Orsi compie altrettanti miracoli. De Toffol corre solo un mezzo brivido su incursione di Vella. I ragazzi sono fantastici, il piccolo, umile, coraggioso Monza è splendido. Il Sor Guido si alza un paio di volte dalla panchina, l’istinto sarebbe quello di abbracciarlo forte. Però il tempo scorre ed il gol dello strameritato vantaggio non arriva. Ci vorrebbe qualcosa di fuori dall’ordinario e di imprevedibile. Se ne incarica il capitano. Minuto 76: Fasoli partecipa attivamente all’azione offensiva, ottiene un triangolo, sfrutta un tagliafuori mutuato dal basket e si proietta in area – esattamente in linea con la mia postazione sugli spalti – dove Manfredonia lo abbatte. Rosario Lo Bello non ha nessun dubbio ed indica il dischetto. A Giorgione Papais non tremano le gambe, Orsi intuisce ma la botta del friulano biancorosso è di quelle che non si possono prendere. Mi rieccheggia ancora nelle orecchie l’urlo liberatorio del pollaio.  Musica dolcissima per le mie orecchie. La reazione della capolista è blanda. Anche perché l’intensità del Monza non cala di un millimetro. Ed al minuto 86 il capolavoro: capitan futuro, Saini, regala lampi di classe cristallina ed esplode dal limite dell’area un bolide sul quale Orsi si esalta ancora ma sulla respinta – in posizione angolatissima e difficile – piomba l’educato ed ispiratissimo sinistro di Pradellone che scarica in fondo al sacco. Stavolta quello del Sada è un boato. Sinfonia purissima. Da lì partiranno quattro mesi da sogno: nelle restanti 16 gare solo il Milan farà più punti dei ragazzi del Sor Guido. Che rimonteranno ben tredici posizioni arrampicandosi ad un meraviglioso, incredibile, indimenticabile settimo posto finale. C’è una sensazione di quel pomeriggio mentre uscivo dal pollaio sistemandomi la sciarpa biancorossa che ricordo nitidamente ancor oggi a quarant’anni suonati di distanza: un intimo mix di orgoglio e felicità difficile da spiegare con le parole, dolcissimo da rivivere nella mente e, soprattutto, nel cuore.

Domenica 20 febbraio 1983. Monza, Stadio Sada:

MONZA-LAZIO 2-0 (0-0)

MARCATORI: Papais (M) su rigore al 32’ st – Pradella (M) al 41’ st 

MONZA: De Toffol, Colombo, Billia, Trevisanello, Baroni, Fasoli, Bolis, Saini, Pradella (89’ Mitri), Ronco, Papais. A disp.: Mascella, Castioni, Marronaro, Perico. All.: Mazzetti

LAZIO: Orsi, Badiani, Saltarelli, Vella, Miele, Perrone, Ambu, Manfredonia, Giordano, D’Amico, De Nadai (27’ Tavola). A disp.: Moscatelli, Pochesci, Montesi, Chiodi. All: Clagluna.

ARBITRO: Lo Bello di Siracusa. 

SPETTATORI: 6.000 circa di cui 3.726 paganti e 976 abbonati. Per l’occasione il Monza ha concesso ingresso gratuito ai minori di 16 anni (oltre un migliaio i presenti)

Fiorenzo Dosso