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Agosto, il mese in cui molte città si svuotano, è anche quello in cui le celle restano piene, spesso troppo piene. Dietro le mura di un istituto penitenziario, il tempo scorre in modo diverso, scandito da regole, controlli e porte blindate che si aprono e si chiudono.
Il carcere non è solo un luogo di detenzione: è anche specchio delle fragilità sociali, delle mancanze strutturali e delle scelte politiche. E quando queste crepe diventano voragini, a farne le spese sono tutti: detenuti, agenti e l’intero sistema penale.
L’ultimo sopralluogo alla casa circondariale di Monza ha mostrato una realtà che non può più essere ignorata.