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Ma prima che diventasse teatro di un clamoroso scandalo amoroso, la villa era la dimora signorile di una delle famiglie più potenti del territorio. E la sua trasformazione, tra architettura neoclassica e patrimonio botanico, è una storia che merita di essere raccontata.

Villa Raimondi a Minoprio: residenza nobiliare e scuola botanica

La Villa Raimondi di Minoprio, nel comune di Vertemate, affonda le radici nel Cinquecento, quando era di proprietà dei Della Porta. In seguito passò ai Raimondi, ricchi possidenti comaschi che la utilizzarono come residenza di campagna e tenuta di caccia. Fu ristrutturata nel Settecento in chiave neoclassica dall’architetto Simone Cantoni, diventando una dimora nobile completa di giardini, stalle, torchio e appartamenti padronali.

Nel Novecento, grazie al naturalista Enrico Sibilia, la villa fu trasformata in centro per la formazione agraria e botanica, ospitando una scuola di orto-floro-frutticoltura. Oggi, la Fondazione Minoprio custodisce anche un meraviglioso Parco Botanico, aperto al pubblico, con collezioni di rose, ortensie, camelie, peonie e serre tropicali e mediterranee.

Garibaldi, Giuseppina Raimondi e il matrimonio scandalo

Ma la storia più sorprendente legata a Villa Raimondi riguarda il matrimonio tra Giuseppe Garibaldi e Giuseppina Raimondi. La giovane, cresciuta in un ambiente patriottico, conobbe il generale durante la seconda guerra d’indipendenza e lo sposò nel gennaio 1860 proprio nella chiesetta del parco della villa.

Tuttavia, il matrimonio durò solo poche ore. Durante il pranzo di nozze, Garibaldi ricevette una lettera che rivelava il tradimento della sposa, già incinta di un altro uomo: Luigi Caroli, ufficiale bergamasco e cugino di Giuseppina. Garibaldi la ripudiò subito e non la perdonò mai. Le conseguenze furono drammatiche per entrambi: la ragazza fuggì in Svizzera, perse il figlio, mentre Caroli finì deportato in Siberia e morì pochi anni dopo.

Il matrimonio fu annullato solo vent’anni più tardi. Oggi, la villa dove si consumò quel dramma risorgimentale rimane una presenza silenziosa e affascinante nel paesaggio della Brianza storica, testimone di un amore mai nato e di un’epoca travolgente.


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