Elezioni Lombardia 2028, Forza Italia pensa a un ritorno clamoroso: “Ci pensiamo noi"
Sorte lancia l’idea nel caso Lega e Fratelli d’Italia non trovino un accordo. Restano i dubbi sul limite dei due mandati e il peso della condanna.
La politica lombarda torna a muoversi in vista delle elezioni in Lombardia del 2028, e questa volta al centro del dibattito c’è un nome che ha fatto la storia – e anche scandalo – della Regione: Roberto Formigoni.
L’ipotesi è stata lanciata dal coordinatore regionale di Forza Italia Lombardia, Alessandro Sorte, che in un incontro pubblico ha proposto di tenere in considerazione la ricandidatura di Formigoni nel caso in cui Lega e Fratelli d’Italia non trovassero un accordo sul nome del futuro candidato governatore.
Sorte: “Non è una candidatura ufficiale, ma una riserva”
Il dirigente azzurro ha chiarito che non si tratta di una proposta formale di Forza Italia, ma di una “riserva politica”:

“Se non ci sarà una sintesi tra gli alleati, potremmo chiedere a Formigoni di tornare in campo”, ha detto Sorte, spiegando che l’obiettivo è garantire una candidatura condivisa e mantenere un profilo riconoscibile per gli elettori lombardi.
Una frase che ha immediatamente alimentato il dibattito interno alla coalizione, tra chi guarda con interesse al ritorno dell’ex governatore e chi invece preferisce puntare su volti nuovi.
Il nodo Fontana e la legge dei due mandati
Sullo sfondo resta la questione legata all’attuale presidente, Attilio Fontana, al suo secondo mandato consecutivo.
La legge 165/2004, all’articolo 2, lettera f, stabilisce che le Regioni devono prevedere la non immediata rieleggibilità dopo due mandati consecutivi.
In Lombardia, tuttavia, la norma non è ancora stata recepita in modo esplicito, lasciando uno spazio interpretativo che potrebbe consentire a Fontana di ricandidarsi.
Un’eventuale terza corsa, però, sarebbe oggetto di forti contestazioni politiche e giuridiche, alimentando ulteriori tensioni nella coalizione.
Tra memoria e ombre: il profilo di Formigoni
Roberto Formigoni ha guidato la Regione Lombardia per 18 anni, dal 1995 al 2013, attraversando quattro mandati e imponendosi come uno dei leader più longevi del centrodestra.
Nel 2019, però, è stato condannato in via definitiva per corruzione a 5 anni e 10 mesi nel processo Maugeri, una vicenda che pesa come un macigno su qualsiasi ipotesi di ritorno.
Formalmente la condanna non gli preclude la possibilità di candidarsi, ma rappresenta un ostacolo politico e simbolico rilevante, che potrebbe dividere anche il suo stesso partito.
Un test per il centrodestra lombardo
La proposta di Sorte è quindi più che altro un messaggio politico: Forza Italia non intende restare alla finestra e si prepara a giocare un ruolo chiave nelle trattative con Lega e Fratelli d’Italia.
Un segnale di autonomia strategica in una regione cruciale, dove il centrodestra governa ininterrottamente da quasi trent’anni.



