Barbera e Champagne, Monza show a Palermo: vittoria di spessore dell’armata Bianco-rossa (0-3)
Brianzoli arrembati e corsari a Palermo. Prova di forza e superiorità della squadra di Bianco. 3-0 in trasferta e secondo posto in classifica. L'analisi del match.
“Un grande allenatore deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducano idee, valori, carattere”.
Parole sante, quelle di Gianluca Vialli: un uomo di calcio d’altri tempi che, non solo ha giocato ad altissimi livelli, ma ha tracciato un solco nello storytelling e nel modo di raccontare lo sport degli ultimi decenni.
Idee, valori, carattere: tre ingredienti fondamentali che definiscono la leadership e la stoffa del leader, quello autorevoli e non autoritario, quello che trasmette il proprio pensiero senza vendere fumo, quello che coltiva la personalità e la alimenta con il fuoco del coraggio. Da Hombre Vertical – come il Flaco Menotti o Gigi Riva – eroe che resta in piedi e non si piega, difende la sua dignità e protegge il suo villaggio.
Dal ritiro estivo Paolo Bianco aveva le idee chiare, anzi chiarissime, da leader vero, di chi lavora a fari spenti, alza la voce, ma lo fa per il bene del collettivo: gioco flessibile e disciplinato, metodo classico da vecchia scuola, calcio pepato e frizzante, grinta e concentrazione, intensità e identità tattica, condivisione dei principi e interpretazione - impeccabile - delle due fasi.
Era solo questione di tempo, mancavano alcuni tasselli per completare il puzzle, gli ultimi incastri per dare la sgasata e partire col turbo.
Semaforo rosso e piede a martello: dal secondo tempo di Padova, il Monza ha cambiato marcia. La svolta c’è stata, e a Palermo è arrivato anche lo strappo. Merito di un team unito, dove i trascinatori sono (ri)saliti in cattedra caricando i compagni e dando loro l’esempio, i primi a combattere e gli ultimi a mollare. Con la fascia al braccio, Pessina dispensa gioco e ordine, non solo nella circolazione di palla, ma anche e soprattutto nell’interdizione, riassaporando i fasti originali del Matteo gasperiano che lega, cucina e ricamava.
Izzo è corpo e sangue, l’anima e il cuore della squadra, mai domo e decisivo nelle due fasi, al secondo gol consecutivo e al terzo in campionato. Keita è il fuori quota della Serie B, ormai in totale sintonia con Bianco e riferimento in attacco per i compagni.
Mota segna e continua a segnare, libero psicologicamente e con attitudini proattive. Obiang è una garanzia, il Professor Mezzasquadra che il filo nascosto all’interno del sistema, essenziale per sbrogliare la matassa e sciogliere i nodi del centrocampo, rubando palloni, impostando e coprendo gli spazi con intelligenza.
Al Barbera si alza il vento, ed è quello biancorosso, di Bianco e della sua armata, di un gruppo che ha capito cosa bisogna fare per azzannare la categoria, stopparla di petto e calciarla in rete.
Vincere aiuta a vincere e dopo tre successi di fila, arriva anche il quarto, in Sicilia, contro la formazione di Pippo Inzaghi, la più accreditata – da stampa e media - per la promozione in Serie A. Una vittoria forza 4, come i punti di vantaggio dei biancorossi sui rosanero.

Palermo ferito, Monza di un'altra categoria
Dopo la “tripla” contro la Reggiana, il Monza vola a Palermo per dare un segnale al campionato e dimostrare la propria superiorità.
Perché, come sostiene Max Allegri, nel calcio esistono le categorie e le categorie si vedono. A fare la differenza sono i valori in campo, sempre applicati alla testa, che comanda tutto e consente di superare gli ostacoli.
Bianco conferma il collaudatissimo 3-4-2-1, un sistema che va oltre i numeri e punta sui principi di gioco: Thiam in porta; Izzo, Ravenelli, Lucchesi in difesa; la coppia d'oro Obiang e Pessina in mediana, con Birindelli e Azzi sulle fasce; Ciurria e Keita a sostegno di Mota.
Inzaghi si schiera a specchio, con un 3-4-2-1 saldo e metodico: Joronen tra i pali; Pierozzi, Peda e Ceccaroni nel pacchetto arretrato; Diakite, Gomes, Ranocchia e Augello nella linea di centrocampo; Segre e Le Douaron alle spalle di Pohjanpalo.
La partita corre sui binari dell'equilibrio, con le due squadre che si studiano, restano vigili e cercano di trovare le misure per piazzare la zampata.
A stappare la prima bottiglia, al 39° minuto, è Dany Mota - al terzo centro in due gare, 4 in totale - con uno scatto in profondità sul filo del fuorigioco a mandare difensore e portiere al bar, con tanto di dribbling “formale” e pallone nel sacco.
Nella ripresa è ancora Izzo, l’Arma(ndo) letale biancorosso, a marcare il tabellino, con un gol di testa su pennellata al bacio di Azzi, l’uomo che sforna l’assist dello 0-2 e cala il tris in contropiede, con una cavalcata devastante di 60 metri a chiudere il match.
Bianco graffia Inzaghi e lo fa col pettine di ferro, a “Dentello” (Azzi) stretto, spazzolando ogni filo d’erba grazie alla meticolosa attenzione dei suoi giocatori, sempre sul pezzo, sempre in prima linea e sugli scudi, spinti da una fame leonina e da un carattere che è esploso letteralmente dal petto di ogni individuo.
Al 6' di recupero Sacchi decreta la fine: Palermo-Monza termina 0-3.

Monza corsaro a Palermo
Prestazione di spessore dei brianzoli, dal primo all’ultimo minuto, da squadra vera, che lotta e combatte su ogni pallone, che punge in transizione e colpisce in ripartenza, che arma il pressing e la riaggressione, che ingabbia gli avversari e li riduce al minimo, concedendo pochissimo e costruendo tante occasioni. Partita dominata in lungo e in largo, studiata bene e gestita al meglio, puntando sulla lateralità e l’attacco verticale. Perché “non c’è ampiezza senza profondità e non c’è profondità senza ampiezza”, partendo dal presupposto che l’ampiezza non è un fine, bensì un mezzo per sfondare centralmente. E questo meccanismo il Monza lo esegue a regola d’arte.
14 tiri totali, di cui 5 nello specchio della porta e 3 gol: numeri in crescita per i biancorossi, in particolare nelle conclusioni convertite in rete. Al Barbera è un Monza corsaro e arrembante, feroce e centrato, risoluto e risolutivo, con una grande capacità di lettura dei momenti e interpretazione delle due fasi. La squadra di Bianco è affilata nelle transizioni e le sfrutta per colpire l'avversario, soprattutto per vie centrali e in campo aperto.
Un successo meritato - con tanto di clean sheet - che consente ai brianzoli di accorciare sul Modena e mettere pressione nelle zone alte della classifica.

Vittoria esaltante e l'albero Bianco di Monza
10 partite e un bottino di 20 punti su 30 a disposizione, frutto di 6 vittorie, due pareggi e due sconfitte.
4 successi consecutivi e un messaggio fortissimo al campionato, col trionfo di Palermo a restituire la giusta dimensione di un Monza che, ad oggi, sulla carta e in campo, è la squadra più forte della Serie B.
Per profondità di rosa e qualità dei singoli, per identità e coraggio, per la mentalità - offensiva e mai speculativa - che è entrata nel DNA del gruppo in modo decisivo.
E in questa mentalità c'è anche e soprattutto il sentimento di condivisone e partecipazione, di contatto tra società e ambiente, con la squadra che festeggia i risultati insieme ai suoi sostenitori.
Un Monza con radici profonde - quelle dei tifosi - che cavalcano l’epica letteraria di Tolkien e dell’Albero di Gondor de Il Signore degli Anelli.
Dal reame di Valinor fino a Monzello, l’albero divino è di colore Bianco, come i suoi fiori, ma con le foglie argentate.
Un albero che produce frutti, ma molto pochi. Perché ne basta uno, quello giusto, per alimentare un regno intero. Ed è il frutto della mentalità, una e trina, quella che nel preseason Paolo Bianco ha seminato nel gruppo, recuperando tutto il recuperabile, e instillando il seme della personalità in un gruppo che, in 15 mesi, aveva smarrito per strada l’onore, l’orgoglio, il carattere. Via le scorie, dentro la voglia di riscattarsi e tornare in alto.
Nella tana rosanero, il Monza asfalta il Palermo con una prova esaltante, spietata sul piano del gioco e del ritmo, brillante a livello fisico e di gamba, dominante dal punto di vista tattico e tecnico. Una lezione completa, impartita da Bianco a Inzaghi, con autorevolezza e superiorità, con quella cattiveria agonistica che accende i giocatori e diventa determinante in ogni gara.
Calcio corallino, armonico e show elettrico e 3 punti pesantissimi: un super Monza asfalta il Palermo e fa esplodere la Serie B 2025/26, portandosi a -1 dal Modena capolista.
Un plauso ai supporter brianzoli, che fanno fuoco e fiamme sugli spalti ed esultano. Perché dall’altro estremo dell’Italia, nella trasferta più lunga e logisticamente complicata del campionato, nel turno infrasettimanale, festeggiare con un roboante 3-0 scalda il cuore e dona gioia.
Dunque, come cantava Giorgio Gaber, “Barbera e Champagne, stasera beviam…”
A cura di Andrea Rurali



