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“Un grande allenatore deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducano idee, valori, carattere”.

Parole sante, quelle di Gianluca Vialli: un uomo di calcio d’altri tempi che, non solo ha giocato ad altissimi livelli, ma ha tracciato un solco nello storytelling e nel modo di raccontare lo sport degli ultimi decenni.

Idee, valori, carattere: tre ingredienti fondamentali che definiscono la leadership e la stoffa del leader, quello autorevoli e non autoritario, quello che trasmette il proprio pensiero senza vendere fumo, quello che coltiva la personalità e la alimenta con il fuoco del coraggio. Da Hombre Vertical – come il Flaco Menotti o Gigi Riva – eroe che resta in piedi e non si piega, difende la sua dignità e protegge il suo villaggio.

Dal ritiro estivo Paolo Bianco aveva le idee chiare, anzi chiarissime, da leader vero, di chi lavora a fari spenti, alza la voce, ma lo fa per il bene del collettivo: gioco flessibile e disciplinato, metodo classico da vecchia scuola, calcio pepato e frizzante, grinta e concentrazione, intensità e identità tattica, condivisione dei principi e interpretazione - impeccabile - delle due fasi. 
Era solo questione di tempo, mancavano alcuni tasselli per completare il puzzle, gli ultimi incastri per dare la sgasata e partire col turbo. 

Semaforo rosso e piede a martello: dal secondo tempo di Padova, il Monza ha cambiato marcia. La svolta c’è stata, e a Palermo è arrivato anche lo strappo. Merito di un team unito, dove i trascinatori sono (ri)saliti in cattedra caricando i compagni e dando loro l’esempio, i primi a combattere e gli ultimi a mollare. Con la fascia al braccio, Pessina dispensa gioco e ordine, non solo nella circolazione di palla, ma anche e soprattutto nell’interdizione, riassaporando i fasti originali del Matteo gasperiano che lega, cucina e ricamava. 

Izzo è corpo e sangue, l’anima e il cuore della squadra, mai domo e decisivo nelle due fasi, al secondo gol consecutivo e al terzo in campionato. Keita è il fuori quota della Serie B, ormai in totale sintonia con Bianco e riferimento in attacco per i compagni. 
Mota segna e continua a segnare, libero psicologicamente e con attitudini proattive. Obiang è una garanzia, il Professor Mezzasquadra che il filo nascosto all’interno del sistema, essenziale per sbrogliare la matassa e sciogliere i nodi del centrocampo, rubando palloni, impostando e coprendo gli spazi con intelligenza.
Al Barbera si alza il vento, ed è quello biancorosso, di Bianco e della sua armata, di un gruppo che ha capito cosa bisogna fare per azzannare la categoria, stopparla di petto e calciarla in rete. 
Vincere aiuta a vincere e dopo tre successi di fila, arriva anche il quarto, in Sicilia, contro la formazione di Pippo Inzaghi, la più accreditata – da stampa e media - per la promozione in Serie A. Una vittoria forza 4, come i punti di vantaggio dei biancorossi sui rosanero.

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Il gol dell'1-0 di Dany Mota - Foto: MorAle

Palermo ferito, Monza di un'altra categoria

Dopo la “tripla” contro la Reggiana, il Monza vola a Palermo per dare un segnale al campionato e dimostrare la propria superiorità.

Perché, come sostiene Max Allegri, nel calcio esistono le categorie e le categorie si vedono. A fare la differenza sono i valori in campo, sempre applicati alla testa, che comanda tutto e consente di superare gli ostacoli. 

Bianco conferma il collaudatissimo 3-4-2-1, un sistema che va oltre i numeri e punta sui principi di gioco: Thiam in porta; Izzo, Ravenelli, Lucchesi in difesa; la coppia d'oro Obiang e Pessina in mediana, con Birindelli e Azzi sulle fasce; Ciurria e Keita a sostegno di Mota. 

Inzaghi si schiera a specchio, con un 3-4-2-1 saldo e metodico: Joronen tra i pali; Pierozzi, Peda e Ceccaroni nel pacchetto arretrato; Diakite, Gomes, Ranocchia e Augello nella linea di centrocampo; Segre e Le Douaron alle spalle di Pohjanpalo. 

La partita corre sui binari dell'equilibrio, con le due squadre che si studiano, restano vigili e cercano di trovare le misure per piazzare la zampata. 

A stappare la prima bottiglia, al 39° minuto, è Dany Mota - al terzo centro in due gare, 4 in totale - con uno scatto in profondità sul filo del fuorigioco a mandare difensore e portiere al bar, con tanto di dribbling “formale” e pallone nel sacco. 
Nella ripresa è ancora Izzo, l’Arma(ndo) letale biancorosso, a marcare il tabellino, con un gol di testa su pennellata al bacio di Azzi, l’uomo che sforna l’assist dello 0-2 e cala il tris in contropiede, con una cavalcata devastante di 60 metri a chiudere il match.

Bianco graffia Inzaghi e lo fa col pettine di ferro, a “Dentello” (Azzi) stretto, spazzolando ogni filo d’erba grazie alla meticolosa attenzione dei suoi giocatori, sempre sul pezzo, sempre in prima linea e sugli scudi, spinti da una fame leonina e da un carattere che è esploso letteralmente dal petto di ogni individuo. 

Al 6' di recupero Sacchi decreta la fine: Palermo-Monza termina 0-3.

palermo monza 0-3
La mappa dei tiri del Monza

Monza corsaro a Palermo

Prestazione di spessore dei brianzoli, dal primo all’ultimo minuto, da squadra vera, che lotta e combatte su ogni pallone, che punge in transizione e colpisce in ripartenza, che arma il pressing e la riaggressione, che ingabbia gli avversari e li riduce al minimo, concedendo pochissimo e costruendo tante occasioni. Partita dominata in lungo e in largo, studiata bene e gestita al meglio, puntando sulla lateralità e l’attacco verticale. Perché “non c’è ampiezza senza profondità e non c’è profondità senza ampiezza”, partendo dal presupposto che l’ampiezza non è un fine, bensì un mezzo per sfondare centralmente. E questo meccanismo il Monza lo esegue a regola d’arte.

14 tiri totali, di cui 5 nello specchio della porta e 3 gol: numeri in crescita per i biancorossi, in particolare nelle conclusioni convertite in rete. Al Barbera è un Monza corsaro e arrembante, feroce e centrato, risoluto e risolutivo, con una grande capacità di lettura dei momenti e interpretazione delle due fasi. La squadra di Bianco è affilata nelle transizioni e le sfrutta per colpire l'avversario, soprattutto per vie centrali e in campo aperto. 

Un successo meritato - con tanto di clean sheet - che consente ai brianzoli di accorciare sul Modena e mettere pressione nelle zone alte della classifica.

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I tifosi del Monza al Barbera di Palermo

Vittoria esaltante e l'albero Bianco di Monza

10 partite e un bottino di 20 punti su 30 a disposizione, frutto di 6 vittorie, due pareggi e due sconfitte. 

4 successi consecutivi e un messaggio fortissimo al campionato, col trionfo di Palermo a restituire la giusta dimensione di un Monza che, ad oggi, sulla carta e in campo, è la squadra più forte della Serie B. 
Per profondità di rosa e qualità dei singoli, per identità e coraggio, per la mentalità - offensiva e mai speculativa - che è entrata nel DNA del gruppo in modo decisivo.

E in questa mentalità c'è anche e soprattutto il sentimento di condivisone e partecipazione, di contatto tra società e ambiente, con la squadra che festeggia i risultati insieme ai suoi sostenitori.

Un Monza con radici profonde - quelle dei tifosi - che cavalcano l’epica letteraria di Tolkien e dell’Albero di Gondor de Il Signore degli Anelli. 
Dal reame di Valinor fino a Monzello, l’albero divino è di colore Bianco, come i suoi fiori, ma con le foglie argentate. 
Un albero che produce frutti, ma molto pochi. Perché ne basta uno, quello giusto, per alimentare un regno intero. Ed è il frutto della mentalità, una e trina, quella che nel preseason Paolo Bianco ha seminato nel gruppo, recuperando tutto il recuperabile, e instillando il seme della personalità in un gruppo che, in 15 mesi, aveva smarrito per strada l’onore, l’orgoglio, il carattere. Via le scorie, dentro la voglia di riscattarsi e tornare in alto.

Nella tana rosanero, il Monza asfalta il Palermo con una prova esaltante, spietata sul piano del gioco e del ritmo, brillante a livello fisico e di gamba, dominante dal punto di vista tattico e tecnico. Una lezione completa, impartita da Bianco a Inzaghi, con autorevolezza e superiorità, con quella cattiveria agonistica che accende i giocatori e diventa determinante in ogni gara. 
Calcio corallino, armonico e show elettrico e 3 punti pesantissimi: un super Monza asfalta il Palermo e fa esplodere la Serie B 2025/26, portandosi a -1 dal Modena capolista.
Un plauso ai supporter brianzoli, che fanno fuoco e fiamme sugli spalti ed esultano. Perché dall’altro estremo dell’Italia, nella trasferta più lunga e logisticamente complicata del campionato, nel turno infrasettimanale, festeggiare con un roboante 3-0 scalda il cuore e dona gioia.
Dunque, come cantava Giorgio Gaber, “Barbera e Champagne, stasera beviam…”

A cura di Andrea Rurali