'L’Italia è il Paese che amo': Berlusconi nello spot pro cittadinanza, scoppia la polemica
La celebre frase del 1994 apre uno spot a favore del Sì al referendum sulla cittadinanza. Il centrodestra insorge e parla di strumentalizzazione della memoria del Premier scomparso

Era il 1994 quando Silvio Berlusconi si presentava agli italiani con un discorso destinato a segnare un’epoca. Oggi quella frase – «L’Italia è il Paese che amo» – apre uno spot a sostegno del Sì al referendum sulla cittadinanza previsto per l’8 e 9 giugno. Una scelta che ha immediatamente provocato la reazione del centrodestra, che parla di utilizzo improprio della memoria dell’ex presidente del Consiglio e fondatore di Forza Italia.
La replica dei promotori: «Parole che parlano al futuro»
Nel mirino della destra non c’è solo lo spot, ma anche il messaggio che lo accompagna. I promotori del referendum sostengono che quella frase, seppur storicamente connotata, oggi possa assumere un nuovo significato: «A oltre trent’anni da quel discorso – scrivono sui social – l’Italia è molto cambiata. Si è arricchita di storie, imprese, famiglie che l’hanno scelta e la amano davvero». Secondo i sostenitori del Sì, la citazione berlusconiana sarebbe quindi un omaggio, non una provocazione.
Tajani nel mirino: «Dalla retorica alle contraddizioni»
La polemica politica si è ulteriormente accesa - riportano i colleghi di Open - dopo l’attacco al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il comitato per il Sì lo accusa apertamente di voler sabotare la consultazione, ricordando come nei mesi scorsi avesse definito “urgente” una riforma della cittadinanza, in particolare durante l’estate olimpica che aveva visto protagonisti molti “nuovi italiani”. Oggi però Tajani invita all’astensione, una posizione che secondo i promotori svela la volontà del Governo di depotenziare il referendum.
Un simbolo che divide ancora
Che lo si consideri un tributo o una forzatura, è chiaro che il riferimento a Berlusconi abbia riportato al centro del dibattito politico una delle frasi più iconiche della Seconda Repubblica. A distanza di trent’anni, quelle parole continuano a parlare, ma dividono. Anche oggi.
La fonte del video è https://referendumcittadinanza.it/ dove è possibile scaricarlo.

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