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La prossima settimana, il 23 settembre, la Commissione Affari giuridici (JURI) del Parlamento europeo discuterà la richiesta del governo ungherese di revocare l’immunità parlamentare a Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra.
La decisione definitiva arriverà invece a ottobre in seduta plenaria a Strasburgo.

«La revoca della mia immunità non significherebbe sottopormi a giustizia, ma consegnarmi a un processo-farsa orchestrato dal potere politico di un Paese autocratico», ha scritto Salis sui social.

L’appello contro le pressioni di Viktor Orbán

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Nel suo messaggio, la deputata monzese invita i colleghi a non cedere alle pulsioni vendicative del governo ungherese, accusato di avere smantellato lo Stato di diritto e le garanzie democratiche.

«Confido che le pressioni dell’estrema destra non abbiano successo e che prevalgano le forze democratiche», ha scritto Salis, parlando di un esecutivo «illiberale e anti-europeista» che vorrebbe «estendere questo modello a tutto il continente».

Dall’arresto a europarlamentare, il caso che ha diviso l’Europa

L’insegnante e attivista antifascista era stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito due ragazzi di estrema destra durante la Giornata dell'Onore.
Trasferita in tribunale in catene, la vicenda ha suscitato indignazione internazionale e acceso i riflettori sulle condizioni carcerarie in Ungheria.
Dopo mesi di detenzione, Salis è stata eletta al Parlamento europeo con oltre 176mila preferenze, ma da allora il governo ungherese chiede la revoca della sua immunità per farla tornare a processo.