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“Paradossalmente, quella di Cremona sarà la gara più difficile delle tre di questo inizio anno. Troveremo un ambiente molto caldo e sarà importante mantenere la calma e, soprattutto, avere tanta umiltà e determinazione”. Non era ancora scoccata l’ora di gioco quando, al secondo gol di Caprari, sono iniziate a risuonarmi nelle orecchie le parole di Palladino sopra riportate, pronunciate nella conferenza stampa della vigilia di venerdì. Ovviamente, fino a quel momento le parole non avevano trovato alcun riscontro pratico. E ho pensato che, stavolta, il mister biancorosso avesse voluto raffigurare il lupo ben più feroce di quanto in realtà fosse.

Invece, devo ammetterlo, ancora una volta Palladino aveva visto lungo. In vantaggio di tre reti, il Monza ha smesso di giocare con l’umiltà e l’attenzione necessaria e ha rischiato di non portare a casa un successo meritato ed importantissimo, nonostante quella gran sofferenza per le coronarie dei tifosi biancorossi che, alla fine, lo ha reso ancora più bello. 

C’è un dato statistico che mi salta subito all’occhio dopo la vittoria allo Zini. Il Monza ha centrato con i grigiorossi di Alvini il suo sesto risultato pieno e, ancora una volta, lo ha fatto con una rivale nella corsa verso la salvezza, dimostrandosi spietato negli scontri diretti. A parte il successo con la Juventus, che peraltro ha inaugurato la brillantissima serie di gare sotto la gestione Palladino, le altre cinque vittorie sono arrivate contro formazioni che si trovano nelle attuali ultime sei posizioni di classifica. La sesta è il Sassuolo, che sarà al U-Power Stadium domenica prossima nel turno che chiuderà il girone d’andata. Un dato molto confortante; perché, se è vero che i punti contano tutti allo stesso modo, è altrettanto vero che toglierli ai diretti concorrenti di classifica porta enormi vantaggi, sia per la classifica stessa che in caso di arrivo a pari punti tra due o più squadre. 

Qualcuno dirà: ma questo, con 21 punti in classifica e con un vantaggio abissale sulla terz’ultima, pensa ancora alla salvezza? Sì, penso alla salvezza e lo dico con consapevolezza e non per scaramanzia. Avanti con umiltà e determinazione, nel solco del pensiero palladiniano. Al di più c’è sempre tempo per pensarci.  

Paolo Corbetta