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Agnelli era solito chiamare gli allenatori di buon mattino, Berlusconi quando e come si faceva sentire? È intervenuto più volte anche sulle telecronache. Ricordo che durante un Real Madrid-Barcellona, una delle prime partite importanti che facevo per Italia 1, iniziai facendo l’elenco di tutti i calciatori di rilievo che erano assenti nel Real. Io partii dicendo subito tutte le informazioni, che sarebbe stata una partita difficile per il Real e a metà incontro, nell’intervallo, siccome la stavo facendo in studio a Milano, il direttore mi chiama e mi dice: c’è Silvio Berlusconi, ti vuole parlare…

Piccinini ricorda così il momento: 

Lui mi disse subito: guardi, complimenti, è una bellissima voce, è la prima volta che la sento per intero… molto molto bene davvero. Peccato che molti avranno cambiato canale.

Il telecronista aggiunge: 

Io mi sentii gelare. E dissi: in che senso, dottore? Mi rispose: pronti, via… ha fatto subito l’elenco degli assenti, così mi ha tolto i motivi per vedere la partita. Ed era una lezione che più tardi ho ricordato.

Il rapporto con il Milan e i club italiani

Non solo Berlusconi: nel racconto di Piccinini emergono anche i rapporti con le società calcistiche. 

Si può dire che il lunedì, dopo Controcampo, passavo un bel po’ di tempo al telefono. Tutte le società chiamavano, compreso il Milan che una volta si arrabbiò per alcuni commenti e non mandò giocatori in diretta per un po’.

Anche sul futuro del club rossonero, il giornalista ha condiviso un pensiero più ampio:

Apparentemente poteva fare meglio il Milan, che si è preoccupato soprattutto di vendere, però anche lì c’è un problema di conti da mettere a posto.

Le telefonate dei dirigenti, le critiche e i blackout dei club non hanno mai frenato l’esperienza di Piccinini, che ha trasformato ogni episodio in una lezione di professione e di vita.

Piccinini con Caressa