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A Roma c'è un monumento che, benché sia meno pubblicizzato dei ben più famosi Colosseo e Circo Massimo, è da sempre avvolto da un alone di storia e leggenda, oltre a essere meta di turisti e appassionati. Parliamo della Bocca della Verità, un inquietante mascherone dalle fattezze umane, in passato probabilmente utilizzato come tombino, che, secondo le credenze popolari, ai tempi degli antichi romani mordeva la mano di tutti coloro che dicevano il falso. Un mito tramandatosi fino ai giorni nostri e che ha contribuito a rendere celebre questo chiusino, presente anche nel lungometraggio “Vacanze romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck.

Ma cosa c'entra la Bocca della Verità con il nostro territorio? Niente direte voi, ma in realtà, e pochi lo sanno, a Briosco, un grazioso borgo a due passi da Monza, esiste una fedele riproduzione visitabile gratuitamente, a differenza di quella romana presente nella chiesa di Santa Maria Cosmedin, il cui costo per una foto è di circa due euro.

Come già detto, questa piccola Bocca della Verità si trova a Briosco ed è distante dal capoluogo brianzolo meno di venti minuti di automobile. Il luogo esatto in cui è conservato il monumento si trova in località Fornaci, zona conosciuta per lo più grazie alla produzione del cotto lombardo. Rasentando le pareti perimetrali della Fornace Artistica Riva, girando in via Molera, si può intravedere, efficacemente attaccata al muro, la nostra Bocca della Verità in scala leggermente ridotta rispetto a quella romana. 

Anche la storia di questa Bocca della Verità brianzola è tutto fuorché chiara. Parrebbe infatti che sia stata messa lì solamente per coprire una vistosa crepa creatasi nel muro. Ma, come per quella capitolina, la realtà potrebbe essere ben diversa.