Monza retrocesso: tra delusione e ironia, la Brianza chiama Staffelli
Il Monza torna in Serie B dopo una stagione disastrosa. Promesse mancate, silenzi imbarazzanti e un futuro tutto da riscrivere. Serve un Tapiro… e magari anche un sorriso

Serie B e delusione Monza: retrocessione tra silenzi e promesse mancate
Doveva essere l’anno della conferma, invece si è trasformato in un incubo sportivo. Il Monza retrocesso in Serie Brappresenta l’epilogo di una stagione partita con grandi ambizioni e finita con la testa bassa. Le parole estive di Galliani e Palladino, piene di entusiasmo e prospettive europee, si sono dissolte nel nulla. In campo, una squadra svuotata; fuori, un silenzio assordante.

La Brianza del calcio si lecca le ferite e si interroga sul futuro. La discesa in cadetteria non è solo un fatto sportivo, ma anche simbolico: il progetto Monza, nato per stupire, si ritrova ad affrontare la dura realtà della ricostruzione. E mentre i tifosi cercano risposte, in sala stampa da settimane non si vede nessuno. Né un dirigente, né un progetto. Solo delusione e amarezza.
Valerio Staffelli e Tapiro a Monza: tra satira e passione sportiva
E allora, perché non chiamare in causa chi, con satira e leggerezza, sa raccontare anche i momenti più difficili? Valerio Staffelli, storico volto di Striscia la Notizia, è da anni il simbolo di una critica che sa far sorridere. Il suo Tapiro d’Oronon è solo una burla, ma anche un modo per accendere i riflettori dove servono.
Qui a Monza servirebbe davvero. Per risvegliare una piazza addormentata, per strappare una reazione a chi ha scelto il silenzio, per restituire un minimo di dignità sportiva ai tifosi. E magari, perché no, per portare anche un uovo di Pasqua biancorosso a chi non ha più voglia di festeggiare. Un gesto simbolico, ma potente. Perché lo sport è anche questo: passione, disillusione, e voglia di ripartire.
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Alessandro Sangalli