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Loris Pradella
Loris Pradella

Dopo i tre punti preziosi contro il Sassuolo che scacciano un po’ di malumore tra i tifosi, il Monza si prepara a un nuovo incontro in casa dell’Udinese, squadra che attualmente lotta per raggiungere il prima possibile la salvezza. In occasione di questo incontro abbiamo intervistato Loris Pradella, ex attaccante che ha indossato le maglie di entrambe le squadre.

Stadio Bluenergy Udine

Loris come inizia la sua carriera calcistica?

Allora io sono friulano e ho esordito in Serie A con l’Udinese a 20 anni e poi per due anni mi ha dato in prestito al Monza: il primo anno in serie C abbiamo vinto il campionato mentre il secondo anno in B siamo arrivati settimi. In quell’anno sono arrivato anche secondo nella classifica cannonieri dietro a Giordano. Dopo questi due anni sono ritornato a Udine in concomitanza con l’arrivo di Zico. Successivamente ho giocato in altre squadre, come Padova, Bologna, Sampdoria per poi finire la mia carriera a 38 anni a Treviso dove sono stato per quattro anni e mi sono tolto delle grandi soddisfazioni perché dall’interregionale siamo andati consecutivamente in serie B. 

C’è un’esperienza che le è più rimasta impressa?

È difficile sceglierne una perché ci sono diverse sfaccettature da analizzare: Udine è stato il mio trampolino di lancio, il Monza mi ha dato una vera e propria consacrazione nel senso che, pur avendo esordito in serie A e nell’Under 21, sono andato a “farmi le ossa” in serie C, cosa che adesso difficilmente accadrebbe con qualsiasi altro giocatore. Ho un ricordo bellissimo di Monza tra la vittoria del campionato e il secondo posto nella classifica cannonieri in B. A livello personale, invece, Bologna è stata una tappa importante perché mi ero appena sposato ed era nata mia figlia: ho passato tre anni bellissimi che sono combaciati poi con la promozione in serie A.

Tra tutti i gol segnati ne ha uno o qualcuno nel cuore più di altri?

Di gol belli ce ne sono stati tanti ma uno tra tutti che mi ha dato maggiori emozioni è stato in coppa Italia in Udinese Juventus finita 2 a 2. Nella Juventus giocavano giocatori come Zoff, Gentili e Cabrini, io due mesi prima giocavo in C 2 e ho fatto il primo gol a Zoff, era il 20 agosto e mi ricordo ancora che ho provato un’emozione fortissima. Anche fare 24 gol in 2 anni con la casacca biancorossa è un bel ricordo perché non era un’impresa così facile segnare così tanto, con 18 gol si vinceva già la classifica dei cannonieri.

E tra gli allenatori chi conserva di più nel cuore?

Ho avuto tanti bravi allenatori ma quello che ricordo con più affetto, che è scomparso da poco, è Carlo Mazzone che ho avuto l’onore di conoscere quando giocavo a Bologna. Era un grande uomo, un signore e in campo era attento: sapeva sempre dare la carica a tutti, mai fuori luogo e sempre preparato.  

Rispetto al passato, a suo parere, che cos’è cambiato nel calcio?

Sicuramente la serie A si è livellata: non esistono più le squadre cosiddette piccole. Ormai, infatti, sono talmente preparate e hanno allenatori con esperienza al punto tale che il divario è arrivato a ridursi drasticamente. Non ci sono più partite dal risultato certo: prima, per esempio, andare a Torino rappresentava sconfitta certa, adesso si può pareggiare e persino vincere. È cambiata la mentalità, sono cambiati gli allenatori: è chiaro che poi le squadre che lottano per il vertice tendono ad essere sempre le solite perché hanno più possibilità economiche oltre che essere società storiche, però il campionato si sa che lo vince alla fine una sola. 

Parliamo di Monza e del cammino che è stato fatto per arrivare in serie A. Che idea si è fatto?

La differenza l’hanno fatta Galliani e Berlusconi ma non solo per un discorso economico ma per le ottime capacità che hanno mostrato per portare il Monza a compiere un’impresa storica come questa. Sono ovviamente dell’idea che non sono sufficienti i soldi: ci sono squadre che, pur avendo messo capitale, non hanno raggiunto i risultati sperati. Qui c’è stata una capacità tecnica oltre che manageriale, sono state mantenute le promesse fatte all’inizio e lo stesso Galliani ha ammesso che è andato in prestito al Milan prima di venire al Monza, città a cui è molto legato, e i numeri stanno dando solo che ragione a questo grande progetto. Lo scorso campionato la squadra si è salvata con grande anticipato, disputando un bellissimo campionato. Le premesse per fare lo stesso anche quest’anno ci sono tutte. 

Che partita si aspetta di vedere tra Udinese e Monza?

Le partite sono sempre tutte incerte e difficili: il Monza l’anno scorso è riuscito a battere l’Inter mentre quest’anno ha subìto una pesante sconfitta in casa, quindi, diventa difficile pensare a priori a un pronostico. È chiaro che è reduce da una vittoria importante contro il Sassuolo che fa pensare essere ritornato sulla retta via ma ogni partita è a sé. L’Udinese, dal canto suo, ha bisogno di punti perché si trova in un momento di difficoltà quindi sarà agguerrita e vorrà vincere a tutti i costi.