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Dai pali della porta ai banchi della tribuna stampa il passo è stato breve. Realizzare una parata è un attimo, scrivere un pezzo un po' meno, ma la passione per il calcio è sempre la stessa. Francesco Fontana, dalle giovanili del Monza, è passato in breve tempo al mondo del giornalismo. E' lui stesso in un'intervista a Monza-News, a raccontare i dettagli della sua carriera di calciatore e, ora, di cronista.

Francesco, ci parli della tua storia, la storia di un giovane portiere passato proprio dal Monza e ora diventato giornalista per la Gazzetta dello Sport...

"Bei tempi quelli tra i pali, altrettanto quelli attuali in tribuna stampa con computer, taccuino e penna. Il calcio è la mia passione da quando avevo 5 anni, parliamo del 1996: iniziai nell'Arcellasco, squadra dilettantistica del mio paese, nel 2002 passai al settore giovanile del Calcio Como, ai tempi in Serie A con Preziosi presidente. Tre anni, il fallimento e nel 2005 ecco il Monza: Giovanissimi Nazionali, Allievi Regionali, Allievi Nazionali, Berretti e «vice» in Prima Squadra con Sonzogni allenatore (stagione 2008-2009). Purtroppo, nelle fasi finali del campionato Berretti, mi ruppi il crociato anteriore del ginocchio destro, proprio nel momento migliore. Circa sei mesi out, dopo una trentina di giorni dal rientro medesimo infortunio. Da lì un po' di Serie D ed Eccellenza, ma non c'era più la motivazione. Meglio fare altro, meglio fare il giornalista: prima de La Gazzetta dello Sport, principalmente FcInterNews e TuttoMercatoWeb al seguito dell'Inter. Nel 2017 arriva la Rosea, dalla scorsa stagione seguo l'Atalanta".

Francesco Fontana (foto Michele Maraviglia)

Monza che ora punta alla doppia promozione dalla C alla serie A, peccato che tu non sia riuscito a vederla dal vivo la scorsa settimana visto che i biancorossi sono scesi in campo con una una formazione sperimentale...
"Si, a Zingonia è andata in campo una formazione rimaneggiata, o meglio, da definire «B». Dopo Firenze, mistrer Brocchi ha scelto le «seconde linee» pensando giustamente all'inizio del campionato. Una semplice allenamento che lascia il tempo che trova. Detto ciò, il Monza deve pensare alla Serie B: quello è il vero, grande obiettivo. E la prima partita a Busto Arsizio ha dimostrato che la squadra c'è".

Ti ho fatto la domanda sull'Atalanta perchè il Monza sogna in futuro di diventare un’Atalanta: come si costruisce una provinciale così vincente?

"È un discorso che parte da lontano, la famiglia Percassi è un vero e proprio modello: vincente, sano e che garantisce un futuro. Bilanci in ordine, scelte perfette (o quasi) sul mercato e una strepitosa rete scouting. E poi, ovviamente, è fondamentale avere un grande allenatore. E Gasperini, in Italia, è un top".

Quanti rimpianti ci sono di non essere andato avanti con la carriera da portiere?
"Nessuno, anzi, meno di zero. Rispondo in modo così netto sostanzialmente per un motivo: ciò che faccio oggi mi rende felice al cento per cento. Pertanto non possono esistere rimpianti".

Stefano Peduzzi