Quattro anni dalla scomparsa di Giancarlo Besana, il “caval matt” che non dimenticheremo mai
Il punto di Paolo Corbetta per ricordare il giornalista Giancarlo Besana
Quattro anni, quasi millecinquecento giorni. E’ il tempo che abbiamo lasciato alle spalle dalla scomparsa in pieno lockdown Covid di Giancarlo Besana, pietra miliare del giornalismo sportivo monzese e brianzolo. Un tempo che da un lato pare essere trascorso rapidamente, se è vero che ricordo ancora, proprio come fosse ora, le parole pronunciate con fatica al telefono qualche settimana prima di mancare: “Paolino, vienimi a trovare, quando ti vedo mi fai rivivere un passato indimenticabile”. Dall’altro lato, nel medesimo lasso di tempo il suo e nostro AC Monza è arrivato al paradiso della serie A, con due promozioni che fanno sembrare quel periodo molto più lontano di quanto in realtà sia.
Peccato che Giancarlo non abbia potuto vivere le gioie calcistiche di questi ultimi quattro anni. Peccato che non abbia potuto vedere realizzato quel sogno che si chiama “serie A” che tutti gli appassionati biancorossi hanno sperato di vedere avverarsi fin da ragazzini. Ve lo immaginate il “Gianca” descrivere la stagione della promozione al massimo campionato con quel suo esaltante ed emozionate epilogo a Pisa? Ve lo immaginate assistere alle strabilianti performances del Monza di Palladino nei due successivi tornei in serie A? Conoscendolo, non si sarebbe vergognato di farsi scappare la classica lacrimuccia. E sono certo che, seppure con gli affanni dell’età e della sua precaria condizione di salute, ci avrebbe deliziato con le sue geniali pennellate di grande giornalismo, che aveva come presupposti la passione, l’intuizione e quella versatilità che gli consentiva di trattare i temi più disparati.
Non vorrei correre il rischio di essere ripetitivo, ma mi piace e mi piacerà sempre ricordarlo con l’appellativo simpatico di “caval matt” datogli quasi mezzo secolo fa da quel Giovanni Fossati che, da caporedattore sportivo de Il Cittadino, fu tra i primi ad apprezzarne le grandi qualità nel saper scrivere in modo brillante e coinvolgente. Un “caval matt” perché, come spesso accade a personaggi di questa caratura, al grande genio fa da compagna una costante sregolatezza.
Ciao Gianca, non smetteremo mai di ricordarti con affetto infinito.
Paolo Corbetta
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