Bosco di Monza verso l’abbattimento: ecco cosa sta succedendo davvero
Il bosco spontaneo di Monza rischia di sparire: scoppia la protesta e la battaglia arriva fino in Regione Lombardia.
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La richiesta è formale e precisa: accertare la presenza di soprassuolo boscato sull’area, come previsto dall’articolo 42 della Legge regionale 31/2008. A presentarla è stato il portavoce del Coordinamento, Giorgio Majoli, direttamente all’Unità tecnico operativa della Regione Lombardia.
Secondo i comitati, quel bosco urbano deve essere considerato a tutti gli effetti un bene da tutelare, con valore paesaggistico, ambientale e forestale.
Lamperti ribadisce: "Area destinata al terziario commerciale"
Nonostante la mobilitazione e le oltre 28mila firme raccolte, la posizione dell’amministrazione resta ferma. L’assessore ai Lavori pubblici Marco Lamperti ha dichiarato che l’area era già destinata da tempo a diventare zona per il terziario commerciale.
In pratica, o un supermercato o uno studentato, ma comunque un’area da urbanizzare. “Il bosco – ha spiegato Lamperti – sarebbe stato comunque eliminato”.
Il Coordinamento rilancia: "Un bosco è vita e biodiversità"
Il Coordinamento però non molla. “Questo bosco presenta il conto all’amministrazione Pilotto – tuona Majoli –. O si dimostra coerenza e si riconosce che un bosco è vita, è biodiversità, è contrasto all’inquinamento e alla crisi climatica, oppure si sceglie di cancellare 25mila metri quadrati di verde”.
Il bosco cresce su un'area già bonificata
L’area, abbandonata da oltre vent’anni, era stata bonificata: via le macerie, via la pavimentazione della vecchia caserma. Da lì è nato un ecosistema spontaneo ricchissimo.
Secondo il parere di un esperto forestale interpellato dai comitati, l’area ospita specie come pioppo tremulo, pioppo bianco, pioppo cipressino, olmo, platano, robinia, bagolaro, sambuco, rosa canina e rovo bianco. Alcuni alberi raggiungono anche i 20 metri di altezza, mentre la media si attesta sui 14-16 metri.
Il nodo della metropolitana e del maxi parcheggio
A rendere tutto più complicato c’è il progetto del capolinea della metropolitana M5, che sorgerà proprio lì, nell’area dell’ex caserma.
Dopo il via libera annunciato dal ministro Matteo Salvini, resta però il problema degli oltre 600 milioni di euro di extracosti che bloccano il progetto. Nel frattempo, però, il progetto prevede anche la costruzione di un mega parcheggio di interscambio.
“Ma serve davvero un altro parcheggio? – si chiede Majoli –. Ce n’è già uno con 1.000 posti accanto al centro commerciale Bennet”.
Appello alla giunta Pilotto: "Serve un confronto pubblico"
Il Coordinamento chiede ora alla giunta Pilotto un incontro pubblico urgente per discutere il futuro dell’area. “La città deve decidere se vuole continuare a cementificare o se vuole difendere la natura, la salute e la qualità della vita”, conclude Majoli.
Lunedì torna Monza una città da serie A da una sede inedita
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