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Ad Europacalcio.it è stato intervistato l'attaccante nigeriano Aliyu Datti Mohammed (1982), che nella stagione di B 2000/01 ha militato nel Monza collezionando 26 partite e 3 gol. Nella lunga intervista ha parlato anche dell'esperienza monzese, dove ha trovato i primi gol professionistici:

"Dell’annata in biancorosso conservo bellissimi ricordi. Lì inoltre ho segnato alcuni gol, di solito creavo molte occasioni pericolose ma faticavo in termini realizzativi. A Monza sono cresciuto molto. Il Milan, essendo giovane, mi mandò lì a farmi le ossa“.

Sulle altre esperienze ha detto:

Ora mi trovo in Belgio. Al momento anche qui è tutto chiuso per la drammatica situazione del coronavirus. Dobbiamo essere forti e restare tutti uniti, e mi dispiace moltissimo sopratutto per quello che è successo e accadendo da voi e in Spagna.Sto frequentando da casa una scuola di francese per imparare meglio la lingua. E ti dico anche una curiosità: qui in Belgio è pieno di italiani, ovunque trovo sempre qualcuno che sa l’italiano (sorride, ndr). Ma durante l’anno trascorro sempre dei mesi in Nigeria, dove ho aperto e gestisco una scuola calcio. Non è molto grande, ma voglio dare la possibilità ai ragazzi di allenarsi e di crescere. Moltissimi di loro meriterebbero almeno un’oppotunità. Ma ti dico di più: io e il mio amico Mohamed Sarr (ex Primavera di Treviso e Milan, ndr) stiamo lavorando su un progetto che comprenda l’apertura di scuole calcio anche in Senegal e Ghana“.

Il Padova lo portò in Italia nella seconda metà anni '90 quando alla guida dei veneti c'era il presidente brianzolo Cesare Viganò che svelò un retroscena: “Quando lo vidi insieme a Garba non sapevo chi scegliere, erano bravi tutti e due. Ma potevo tesserarne uno: così a tavola la sera tirammo a sorte. Ed uscì Aliyu“. Sul Padova lui dice:

“Quando andai lì, la notizia finì su tutti i telegiornali nazionali nigeriani. E tanti miei amici di Kaduna uscirono di casa e festeggiarono a lungo per le vie della città. Erano tutti felicissimi per me. Padova mi piaceva tantissimo, si stava molto bene. Abitavo in una struttura del centro con altri compagni di squadra. Avevamo tutto e parlavamo molto tra di noi, non ci mancava davvero nulla.Indimenticabile poi il mio esordio in Serie B, quando entrai nei minuti finali della partita contro il Monza. Sarò sempre grato a mister Pillon. Mi dicevano: 'Se continui così, un giorno andrai in una big'. Non mi sono fermato e così arrivò la chiamata dei rossoneri“.

"Al Milan facevo un po’ con la prima squadra e un po’ con la Primavera, dove legai molto con Mirco Gasparetto. Ho ancora impresso il mio esordio in Serie A in quella partita di Bologna: Boban non stava bene e Weah era impegnato in Nazionale. Zaccheroni mi fece entrare nel finale e vincemmo. Lui, Braida, Galliani e gli altri miei compagni di squadra mi fecero i complimenti. Maldini, Leonardo e Weah erano fortissimi. C’era anche Ba, che mi stava vicino e mi aiutava moltissimo. Ma la persona a cui sono più legato è Braida, era come un secondo padre. Purtroppo non ho più contatti con nessuno di quel Milan, ma sarei felicissimo se potessi risentirlo“.

“Mi piacerebbe molto in futuro tornare in Italia e portare a giocare da voi alcuni ragazzi della mia accademia in Nigeria, sarebbe un sogno. Mi sono sempre ispirato all’abilità di Braida“.