STMicroelectronics, la Rsu lancia il suo piano per salvare Agrate dopo il 2027
La Rsu propone un piano alternativo a quello aziendale: più investimenti e garanzie per il futuro del sito brianzolo.

La Rsu, che riunisce Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Usb e Fismic, ha diffuso un comunicato in cui contesta la strategia aziendale, definendola più un piano di “ridimensionamento” che di crescita.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, STMicroelectronics avrebbe dichiarato di non poter elaborare strategie oltre i tre anni, una posizione giudicata inaccettabile: “Se per Catania si parla di un piano fino al 2032, perché per Agrate no?”.
La richiesta è chiara: un impegno concreto e pluriennale anche per la sede brianzola, supportato dal governo italiano, che figura tra i principali azionisti del gruppo.
Agrate Brianza come la Francia: l’esempio di Rousset
Nel comunicato, la Rsu sottolinea che il sito a 8 pollici di Agrate Brianza è l’unico nel mondo STMicroelectronics a essere saturo e privo di limiti tecnologici nella produzione BCD9.
“Non c’è motivo di demolire parte dello stabilimento (AG8) — spiegano i sindacati —, mentre in altri Paesi, come Francia e Singapore, impianti simili continueranno a produrre silicio anche dopo il 2026. Perché non fare lo stesso in Brianza?”.
La domanda è diretta, e punta il dito contro una possibile delocalizzazione delle attività più redditizie verso altri poli produttivi.
Il trasferimento verso Singapore e i timori per AG200
L’attenzione della Rsu si concentra anche su AG200, dove sarebbero in corso trasferimenti di oltre 200 prodotti verso Singapore, molti dei quali in tecnologia BCD9.
Secondo i sindacati, la portata dell’operazione non può essere spiegata solo con esigenze di “seconda sorgente” dei clienti, ma con una scelta industriale strutturale che sposta il baricentro produttivo altrove.
Un campanello d’allarme che alimenta i timori di un progressivo svuotamento del sito di Agrate, nonostante le rassicurazioni aziendali.
Il futuro dei MEMS e il progetto OCEAN

Altro nodo critico riguarda i MEMS (sensori micro-elettromeccanici), settore in cui Agrate è storicamente un punto di forza.
La Rsu contesta la visione aziendale secondo cui AG200 non sarebbe più profittevole, chiedendo invece di considerare i costi legati al progetto OCEAN e alle ore di lavoro spese nei trasferimenti di produzione.
“AG200 può traguardare il 2030 — si legge nella nota —, quindi ogni piano di ammodernamento va diluito nel tempo, tutelando occupazione e continuità produttiva”.
Il sindacato chiede inoltre di internalizzare i prodotti NXP qualora l’acquisizione del ramo MEMS di NXP da parte di ST venisse approvata definitivamente.
AG300 e partnership con Tower Semiconductor
Sullo sfondo, resta il tema della AG300, la linea a 300 mm su cui si basa gran parte del futuro di Agrate.
La Rsu chiede di accelerare l’installazione dei macchinari e chiarire con quali prodotti e tecnologie si intenda raggiungere la produzione prevista di 8.000-9.000 wafers a settimana entro il 2027.
Serve, secondo i sindacati, un piano chiaro e trasparente, anche sulla collaborazione con Tower Semiconductor, la società israeliana partner di ST, per capire se la partnership resti strategica alla luce dei nuovi equilibri internazionali.
L’obiettivo dichiarato è garantire saturazione produttiva e piena occupazione ben oltre il 2027.