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“Nulla è più facile che illudersi. Perché ciò che ogni uomo desidera crede anche che sia vero”. L’oratoria di Demostene mal si coniugava con la Gazzetta dello Sport eppure in quella estate del 1985 – almeno per me e non solo per me – illudersi era stato davvero facile. Campagna acquisti giudicata ottima (anche) dalla rosea che inseriva il Monza nel novero delle candidate alla promozione. La sberla del risveglio sarà lezione memorabile: da allora ho smesso di credere ai nomi ed alle figurine. Da allora non ci casco più. Nel calcio di quegli anni il girone di Coppa Italia era la magìa del pallone che riprendeva i suoi ritmi dopo la lunga pausa estiva, era quelle di B che sfidavano quelle di A, era le grandi che si mettevano alla prova con le provinciali, era test importante per gli allenatori. Era – soprattutto – roba vera che ingigantisce per distacco al cospetto delle vergognose tournèe raccatta soldi di questi tempi. Agosto 1985, do you remember ? Il Monza di Magni aveva debuttato sul neutro di Viareggio buscando di brutto (0-3) dalla Fiorentina, poi si era riscattato travolgendo al Sada il Palermo (doppietta di Ambu e gol di Papais). La terza giornata prevedeva la trasferta piena zeppa di fascino e di insidie nello stadio dei freschi Campioni d’Europa (e futuri Campioni del Mondo a dicembre di quello stesso 1985). Per la presentazione evito di cadere nella retorica e vi chiedo solo di guardare il tabellino qui sotto: nel (bellissimo) calcio di quegli anni, dei ‘nostri’ (bellissimi) anni, il turn over manco si sapeva cosa fosse. Infatti Giovanni Trapattoni spedisce in campo 7 degli 11 che pochi mesi addietro avevano iniziato la tragica finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Non ci sono più Paolo Rossi, Tardelli e Boniek e si studiano con curiosità i nuovi Manfredonia, Laudrup e Serena. Tre giorni prima i bianconeri avevano travolto (6-2) la Casertana. Sulla carta non c’è partita. Ma mister Alfredo l’ha preparata benissimo sul piano delle motivazioni e su quello tattico. Giorgione Papais è commovente ed immenso su Le Roi Platini, il Fonta non fa vedere la biglia a Serena, il Saio è semplicemente fantastico, Antonelli delizia con sprazzi di quella classe che ha sempre avuto. A proposito di Saini: quanta poesia e quanta nostalgia ci sono nella foto dello scambio del gagliardetto con Scirea ? 

La prima mezz’ora degli ospiti è un inno al calcio. Minuto 33: una rabbiosa proiezione offensiva di Spollon procura un calcio di punizione che Dustin Antonelli pennella all’incrocio dei pali dove Tacconi non può arrivare. “Ehi Michel, guarda come si tirano le punizioni …” Taaaac … Gli ultimi 10’ del primo tempo sono tra quelli esteticamente più belli della storia del Monza, in rapporto alla enorme enormità dell’avversario. Il portiere bianconero è prima bravo su Bolis poi addirittura miracoloso su Ambu ed Antonelli. I fischi del Comunale accompagnano negli spogliatoi Scirea & co. I tifosi biancorossi presenti si danno dei pizzicotti per essere sicuri che sia tutto vero. La prevedibile strigliata del Trap (che mette una punta in più) ha i suoi effetti immediati alla ripresa e Manfredonia pareggia con un gran tiro da fuori area. Ma il Monza c’è. Tiene botta. Non molla di un centimetro. Attento a non sbilanciarsi troppo, il pragmatico tecnico juventino fa cambi conservativi (Pin e Bonetti per Mauro e Laudrup) per … tenere nel sacco il sornione gatto biancorosso. Alla fine del girone (vinto dalla Fiorentina a quota 9) Monza e Juventus chiuderanno a pari punti (6) al secondo posto e solo la differenza reti (+ 5 contro +1) garantirà ai bianconeri il passaggio del turno. E qui torna in ballo Demostene: quella partita mi illuse. Parecchio. Perché per qualche settimana credetti che ciò che desideravo ardentemente fosse anche vero. Niente di più falso. Niente di più sbagliato. Già la prima di campionato (Vicenza vittorioso al Sada) cominciò ad insinuare dei dubbi. Che il resto di quella sciagurata stagione (retrocessione in C con abbondante anticipo) confermò in pieno. E siccome le lezioni più dure della vita danno gli insegnamenti migliori da allora ho imparato che le squadre non si costruiscono con i grandi nomi al tramonto della carriera e che le figurine stanno bene solo sull’Album della Panini. Non in campo.

Mercoledì 28 agosto 1985: Torino, Stadio Comunale

JUVENTUS-MONZA 1-1 (0-1)

MARCATORI: Antonelli (M) al 33’ pt – Manfredonia (J) al 1’ st

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (1’ st Pacione), Brio, Scirea, Mauro (32’ st Pin), Manfredonia, Serena, Platini, Laudrup (28’ st Bonetti). All.: Trapattoni

MONZA: Torresin, Saltarelli, Fontanini, Tacconi (40’ pt Lorini), Spollon, Laureri, Bolis (10’ st Catto), Papais, Antonelli (43’ st Rossi), Saini, Ambu. All.: Magni

ARBITRO: Boschi di Parma.

NOTE: Spettatori paganti 21.658, incasso di Lire 180.756.000

Fiorenzo Dosso