A Monza i carcerati diventano... cantanti: ecco l'idea di un consigliere comunale
Al Sanquirico nasce Free for Music, ma non convince tutti

Paolo Piffer non è uno che si arrende. Dopo essere stato allontanato dalla cooperativa che si occupava di reinserimento lavorativo dei detenuti, a causa di tagli alle risorse, il consigliere di Civicamente ha deciso di rispondere con un’iniziativa ambiziosa. Free for Music, che prenderà il via il 30 giugno 2025, è stato accolto con favore dalla direttrice del carcere, Cosima Buccoliero. L’idea è semplice ma potente: portare la musica dentro il Sanquirico, offrendo ai detenuti uno strumento per esprimersi e, forse, cambiare il loro destino.
Come funziona il laboratorio musicale

Il cuore di Free for Music è una sala di registrazione che sarà allestita all’interno del carcere. I detenuti, sia quelli con una passione per la musica sia chi vuole semplicemente provare qualcosa di nuovo, avranno l’opportunità di comporre e registrare brani. Le canzoni, una volta prodotte, saranno distribuite e vendute su piattaforme digitali, grazie alla collaborazione con Orangle Records, diretta da Christian Mangiarini. I partecipanti saranno iscritti alla SIAE, garantendo loro un riconoscimento formale come autori e un potenziale economico. L’iniziativa si propone di andare oltre il semplice svago, offrendo un percorso di crescita personale che potrebbe aprire nuove prospettive una volta scontata la pena.
Musica come riscatto e reinserimento
Piffer non ha dubbi: la musica può essere un’ancora di salvezza. “La recidiva è spesso legata alla mancanza di opportunità,” ha dichiarato, sottolineando come il progetto non sia solo un laboratorio, ma un’occasione concreta di rinascita. La musica, con la sua capacità di unire e dare voce alle emozioni, diventa un ponte tra il carcere e il mondo esterno, tra gli errori del passato e la possibilità di un futuro diverso. Tuttavia, c’è chi si chiede se un progetto del genere possa davvero incidere su un sistema carcerario complesso, o se rischi di rimanere un esperimento isolato, bello sulla carta ma difficile da sostenere nel tempo.
Un progetto che divide
Free for Music ha il merito di accendere i riflettori sul tema del reinserimento, ma non manca di sollevare interrogativi. La collaborazione con un’etichetta discografica e l’ambizione di produrre musica commerciale sono viste da alcuni come un passo innovativo, da altri come un’operazione che potrebbe sfruttare l’immagine dei detenuti per scopi promozionali. Per ora, il Sanquirico si prepara a un esperimento che potrebbe fare scuola, ma solo il tempo dirà se la musica potrà davvero cambiare le vite di chi vive dietro le sbarre.