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Una vittoria pesantissima quella del Monza sui piemontesi dell'Alessandria, giunta dopo un match maschio e vigoroso. Attualmente sono undici i punti di vantaggio sul duo Renate-Pontedera (che deve però recuperare una partita). Biancorossi che hanno messo a segno 29 reti subendone 9 in questi 16 incontri, decimo risultato utile consecutivo in campionato, quinto successo interno. Monzesi che di domenica hanno sempre vinto, settimo gol giunto dopo il 75′, sesta circostanza di fila in cui il 1912 è passato per primo in vantaggio; Lamanna è al decimo clean sheet complessivo in campionato.

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Monza che conferma la coppia d'attacco titolare di Pistoia e inserisce tra le linee Mosti, l'Alessandria dell'ex Scazzola distribuita su un 3-5-2, con il corazziere Cosenza in mezzo alla difesa, la mezzala goleador Chiarello a centrocampo e il duo Arrighini-Eusepi davanti. Si parte immediatamente ad alta intensità su un campo pesantissimo, i biancorossi si fanno preferire nella prima parte nella gestione palla, nelle giocate e ricerca del terzo uomo nello stretto, nonostante le evidenti difficoltà a gestire i controlli di sfera. Due occasioni per passare in vantaggio ci sono, la più significativa il tiro di Armellino deviato; ma nella seconda fetta di frazione i Grigi salgono in cattedra per pericolosità e costringono agli straordinari l'alunno Lamanna che sventa almeno un paio di conclusioni dell'esterno Cambiaso. Al termine dei 45' il referto recita anche una traversa e un palo esterno per i piemontesi, i brianzoli han visto le streghe nonostante Halloween sia passato da molto; D'Errico e compagni reclamano inoltre un paio di penalty, una chimera visto che nelle prime 16 giornate nessun rigore è stato fischiato al Monza.

Il terreno pesante del Brianteo

Nella ripresa gli ospiti diminuiscono i giri, sono meno incisivi e pungenti in fase offensiva, pressochè passivi in quella conclusiva. Il ritmo per la verità e più blando da ambo le parti, il terreno porta via un sacco di energie alle gambe, costrette sovente a dei movimenti e contrasti in perfetto stile British. È comunque il 1912 a gestire il pallino del gioco, fare la partita e a provarci con più insistenza; la mediana brianzola si eleva con l'ordine e la fisicità di Rigoni e gli inserimenti e la mobilità di Armellino. Proprio i due timbrano l'incontro, il primo inzuccando da corner, il secondo in tap-in dopo una prodigiosa progressione del neo entrato Brighenti (che avrebbe meritato poi la soddisfazione personale); i "Mandrogni" si affacciano solo nel recupero alla porta avversaria a causa di una difettosa uscita del comunque meritevole Lamanna, con annesso salvataggio di Bellusci sulla linea.

Armellino conclude a rete

Un successo coi brividi ma importantissimo, per come è giunto e tenendo conto dell'avversario. I Bagaj distaccano di 15 punti l'Alessandria, una delle più temibili antagoniste insieme alla Carrarese sulla carta in questo torneo. Una compagine, quella basso piemontese, che pur incerottata ha affrontato il Monza senza timori reverenziali e con la giusta personalità degli ottimi singoli di cui dispone; gli episodi non sono stati favorevoli, un vantaggio ospite avrebbe potuto modificare il canovaccio della gara. Il Monza ha controllato, ad onor del vero, per buona parte il match, venendo maggiormente fuori nel secondo tempo; la produzione di manovra è stata positiva, è mancata un po' di precisione e tempistica al cross, anche se il risultato è stato sbloccato da fermo. Fin quando e dove ha potuto l'eleven di Brocchi ha provato a fraseggiare a terra con buona efficacia e fluidità ma, come esclama l'Inno biancorosso, se il Fioretto non può bastare serve la Spada per sognare. Le punte iniziali si sono districate bene nella pesantezza del campo, non tirandosi indietro nei duelli rusticani e sul gioco aereo, in primis Gliozzi in versione guerriero bruzio e autore di movimenti interessanti. La fase difensiva ha sofferto molto una ventina di minuti (da ringraziare il portiere e la buona sorte) del primo tempo, soprattutto sulle vie esterne, ma nell'uscita di palla ha svolto un buon lavoro nonostante le insidie del campo. La mediana il reparto più decisivo, per via dei gol ma anche per il doppio lavoro in costruzione e filtro, cercando di attutire il meglio possibile le ripartenze alessandrine nel frangente di maggior difficoltà della prima frazione. I cambi, bisogna sottolinearlo, sono stati ancora una volta importanti, soprattutto in avanti ma anche Marconi e Galli hanno impattato bene in un momento cruciale e caldo della partita.

Sandro Coppola