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Il tecnico Roberto Donadoni, ex Livorno, Parma, Napoli e Nazionale tra le altre, ha rilasciato un'intervista a Il Giorno, in cui ha parlato dell'approdo di Raffaele Palladino, suo ex calciatore, sulla panchina del Monza e smentito i presunti contatti coi brianzoli. Ecco alcuni estratti del trainer di Cisano Bergamasco: "Con il Monza non ho avuto contatti, non c'è stato nulla. Dovete dirmi voi perchè ero in lizza, ma evidentemente le scelte della società erano indirizzate altrove: io non ho sentito nessuno. Sono discorsi che si affrontano nelle sedi opportune. Ma dico che se ci fosse stata la possibilità di parlarne, l'avrei fatto sicuro, più che volentieri. Anche solo per il grande rispetto che nutro nei confronti del presidente Berlusconi". "Mi fa piacere che sulla panchina del Monza vada Palladino. Molto piacere. Comincia a livello professionistico una nuova carriera, gli auguro tutto il bene possibile. Di fronte ad un'opportunità del genere sfido chiunque a dire no. Poi allenare una squadra di Serie A, in una piazza con un grande presidente, con una storia incredibile come Berlusconi, è inevitabile che ci siano pressioni forti. Quello che hanno fatto Berlusconi e Galliani nel calcio è sotto gli occhi di tutti, era un'occasione irrinunciabile". "Il "mio" Palladino era in fiore, non a fine carriera: per come l'ho avuto io pensavo a quello che poteva darmi in campo come calciatore. L'ho anche portato in Nazionale quando ero Ct, prima di Parma, dopo Livorno: qui fece già molto bene, era agli inizi. Un'ottima persona, un ragazzo col quale era facile stare insieme, dialogare, confrontarsi, uno che ascoltava.. Non posso che parlarne bene. Ha sempre ripagato la mia fiducia, che era meritata: con me era titolare e giocava, perchè aveva mezzi, capacità e potenziale". "Quando diventi allenatore subentra un discorso di ruoli differenti: dal punto di vista personale il rapporto può continuare con chi è stato compagno, ma il ruolo differente lo modifica. Serve chiarezza e, soprattutto, saper guardare lo spessore umano di ogni componente. Chi sta in panchina ha responsabilità diverse". foto: AC Monza/Studio Buzzi