Sanità, il caso Brianza: “Nessuna casa di comunità è in regola”. Cosa sta succedendo
Il Partito Democratico denuncia: le case di comunità in Brianza sono solo sulla carta

Nessuna delle 13 case di comunità attive in Brianza è in regola con i requisiti previsti dal Decreto Ministeriale 77/2022. A dirlo è un’inchiesta realizzata nei mesi scorsi dal gruppo regionale del Partito Democratico, i cui dati sono stati rielaborati dal segretario provinciale Lorenzo Sala e dal responsabile sanità Ivano Riva.
Il report si basa su 140 accessi agli atti presentati alla Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia. Il risultato? Un quadro sconfortante, fatto di servizi mancanti, personale insufficiente e strutture solo parzialmente operative.
Sanità territoriale fragile anche a livello regionale
Il problema non riguarda solo la Brianza. In tutta la Lombardia, il 96% delle 216 case di comunità previste o non è ancora attivo oppure non dispone dei servizi richiesti. In particolare, nove su dieci non garantiscono la presenza continuativa di medici di medicina generale e infermieri.
Un terzo delle strutture è ancora inesistente, mentre molte di quelle aperte sono operative solo sulla carta.
Brianza: diagnostica e prelievi ai minimi termini

I numeri raccolti dal PD parlano chiaro:
In nessuna struttura brianzola c’è un medico attivo 24 ore su 24 per sette giorni su sette
In nessuna è garantita la presenza di infermieri per 12 ore al giorno tutti i giorni
In 3 su 13 non è presente alcun servizio diagnostico
Dove la diagnostica c’è, funziona in media 11 ore e 16 minuti a settimana
I punti prelievi sono disponibili in media 10 ore e 12 minuti settimanali, cioè circa 2 ore al giorno
Una situazione definita “gravissima” dai vertici locali del partito.
“Così vincono solo i privati”: l’attacco alla giunta Fontana
“L’unica cosa che cresce sono i bilanci dei gruppi privati, che si arricchiscono sulle liste d’attesa”, attacca Lorenzo Sala, che parla apertamente di fallimento della giunta Fontana. Secondo Sala, serve un nuovo piano di riprogettazione, più vicino ai reali bisogni dei cittadini.
Anche Ivano Riva punta il dito sulla distanza tra annunci e realtà:
“Il programma inviato a Roma nel 2022 non sarà rispettato. A rischio non c’è solo la salute dei cittadini, ma anche i fondi del PNRR, perché il decreto ministeriale prevede servizi minimi obbligatori che, in Brianza, semplicemente non ci sono”.
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