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Dalla Toscana alle edicole d’Italia, una voce satirica che ha sfidato il potere con coraggio e irriverenza rischia di spegnersi. Da decenni, chi legge il Vernacoliere attende con curiosità la locandina provocatoria, la vignetta pungente, il colpo di genio che rompe i silenzi. Ma ora il mensile storico sta per vivere un momento cruciale.

La chiusura annunciata: un’era che sembra finire

Il direttore e fondatore Mario Cardinali ha comunicato tramite Facebook che dal numero di novembre il Vernacoliere sospenderà le pubblicazioni. In un post appassionato, lo storico mensile satirico ha spiegato che non si tratta di una fine definitiva ma di una “pausa di riorganizzazione”, necessaria per affrontare la crisi del settore editoriale e la crisi della carta. Nel post, Cardinali dipinge un quadro drammatico: i costi superano gli incassi, le edicole chiudono in massa, e i social — secondo lui — hanno “ammazzato il dibattito”.

La notizia scuote il panorama dell’editoria satirica italiana: un simbolo alternativo e indipendente come Vernacoliere teme di non poter più reggere in un mondo che sembra aver voltato pagina.

COMUNICATO DELLA MARIO CARDINALI EDITORE SRL Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le...

Pubblicato da Il Vernacoliere - Autori e Direttore su Mercoledì 15 ottobre 2025

La satira politica e il rifiuto dell’offerta di Berlusconi

Nel corso dell’intervista rilasciata a La Repubblica, Cardinali ha ripercorso decenni di vita editoriale e satirica, soffermandosi anche su una delle pagine più emblematiche della libertà di stampa: il rifiuto dell’offerta di acquisto da parte di Silvio Berlusconi. Il fondatore racconta che, in passato, il direttore generale della Mondadori si presentò con un assegno in bianco proponendo di acquisire i diritti dell’agenda del Vernacoliere. Ma Cardinali rispose con parole nette: «la mia libertà non è in vendita».

Se hanno mai provato a comprarci? Sì, Berlusconi. Anni fa venne il direttore generale della Mondadori da Milano. Mi chiese i diritti dell’agenda del Vernacoliere, una delle nostre pubblicazioni. Progettava di stamparne migliaia e migliaia di copie. Mi dette un assegno in bianco, da riempire come volevo. Gli dissi: allora lei non ha capito niente, la mia libertà non è in vendita. Divenne bianco e andò via in cinque minutI.

Questa scelta coerente con la tradizione satirica del mensile evidenzia un punto centrale: libertà editoriale e autonomia non si svendono, nemmeno in tempi difficili. Il Vernacoliere si è sempre posizionato fuori da partiti e alleanze, sfidando qualunque logica di potere, con linguaggio dissacrante e provocatorio.

Mario Cardinali
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