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Classe 1991, nato a Policoro, Zaza è cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta prima di farsi le ossa tra prestiti e piazze di provincia. Con il Viareggio e l’Ascoli iniziò a segnare a raffica, mettendosi in mostra come attaccante di potenza e istinto.

L’esplosione arrivò al Sassuolo, dove divenne uno dei bomber più chiacchierati della Serie A. I suoi gol convinsero la Juventus ad acquistarlo: con i bianconeri vinse Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa, entrando nel giro dei grandi.

Poi le esperienze all’estero, tra West Ham e Valencia, e il ritorno in Italia con il Torino. Alti e bassi, critiche e applausi, ma sempre con quel marchio di fabbrica: coraggio, fisicità, personalità.

Euro 2016: il rigore che tutti ricordano

Impossibile non collegare il nome di Zaza a quella notte del 2 luglio 2016. Quarti di finale dell’Europeo, Italia-Germania. Antonio Conte lo inserisce nei minuti finali proprio per battere il rigore. Quella rincorsa a saltelli e il pallone che vola alto sono entrati nell’immaginario collettivo.

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Un episodio che segnò la sua carriera: da promessa azzurra a bersaglio facile per le ironie. Eppure, chi lo conosce lo ricorda come un ragazzo generoso, mai banale, sempre pronto a mettersi in gioco.

Che fine ha fatto oggi Simone Zaza

L’ultima partita ufficiale di Zaza risale al marzo 2022 con il Torino. Da allora, il silenzio. Nessun annuncio ufficiale di ritiro, nessun nuovo contratto. Svincolato, in attesa di una chiamata che finora non è arrivata.

Oggi Zaza vive in Basilicata, vicino alla famiglia. Al suo fianco la compagna Angelica Erthal, modella brasiliana, e il loro bambino. Una vita più riservata, lontana dalle luci del calcio, ma non per forza lontana per sempre dal pallone: perché senza un addio ufficiale, resta sempre la possibilità di rivederlo in campo, magari in contesti diversi, più vicini alle sue radici.

Una storia che resta aperta

Simone Zaza è stato uno di quei giocatori che dividono, che accendono le chiacchiere da bar, che lasciano ricordi contrastanti. Ma chi ama il calcio non può dimenticarlo.

Ecco perché apriamo con lui la nostra nuova rubrica: per dire che il calcio non finisce mai davvero, cambia solo forma. E chissà che un giorno, tra nostalgia e voglia di riscatto, non sentiremo di nuovo parlare di Zaza il bomber.