Da Monza parte la rivoluzione della sicurezza: stop al velo islamico integrale
Silvia Sardone e Alessandro Corbetta presentano a Monza la mozione che vieta il velo islamico integrale negli edifici pubblici lombardi.
È dalla Brianza che prende il via una nuova battaglia politica targata Lega. L’europarlamentare Silvia Sardone e il capogruppo regionale Alessandro Corbetta hanno annunciato una campagna per vietare il velo islamico integrale negli edifici pubblici dei comuni lombardi.
Durante una conferenza stampa a Monza, i due esponenti leghisti hanno dichiarato: “Sempre più nelle città lombarde si vedono donne con il volto completamente coperto. Non è una questione di religione, ma di sicurezza e identità: in un Paese libero il volto non si nasconde.”
Secondo Sardone e Corbetta, la battaglia è una “scelta di civiltà” che parte proprio dalla Brianza, dove Lissone è diventato il primo Comune in Italia ad approvare una mozione che vieta l’accesso agli edifici pubblici a chi si presenta a volto coperto, includendo anche il burqa e il niqab. Una decisione che, spiegano, “sarà presto replicata in altri comuni lombardi, a partire dalle aree più urbanizzate”.
Il significato politico del divieto di velo islamico integrale e della sicurezza urbana
La proposta nasce da un duplice obiettivo: tutelare la libertà delle donne e rafforzare la sicurezza urbana. Per la Lega, infatti, il volto coperto rappresenta un ostacolo non solo al riconoscimento personale, ma anche a un principio di uguaglianza e trasparenza. “Non è solo una questione religiosa – ha ribadito Sardone – ma un messaggio educativo per i più giovani: la libertà non si nasconde dietro un velo.”
La mozione approvata a Lissone, che segue la linea già tracciata nel 2015 da Regione Lombardia, sarà presto al centro del dibattito anche in altri consigli comunali. L’obiettivo politico è arrivare fino al Parlamento, per introdurre una legge nazionale che vieti per legge il velo islamico integrale negli spazi pubblici.
“Finché ci sarà la Lega – hanno concluso Sardone e Corbetta – difenderemo la libertà delle donne, la sicurezza dei cittadini e l’identità delle nostre comunità.”
Per approfondire il dibattito sulla sicurezza in Brianza e le iniziative dei comuni lombardi puoi leggere anche questo articolo su Monza-News.



