A 100 anni dalla morte di Margherita di Savoia, 5 motivi per cui Monza ricorda la sua regina
Dal centenario alle curiosità storiche: Villa Reale, tragedie, arte e il rapporto speciale tra la regina e la città
Nei giorni a venire, più precisamente tra una settimana, ricorre il centenario della morte di Margherita di Savoia (4 gennaio 1926), prima regina consorte d’Italia.
Monza si sta già preparando a un anno di celebrazioni dedicate alla prima regina d'Italia a 100 anni appunto dalla sua scomparsa. Le iniziative includeranno eventi culturali, mostre e convegni per ricordare la sua figura, con un focus sul suo ruolo di mecenate e icona dell'epoca unitaria. Ma oltre alle commemorazioni, qual è il profondo legame tra Margherita e la città? Spesso chiamata "la regina di Monza" per la sua affinità con il territorio, Margherita ha lasciato un'impronta indelebile attraverso soggiorni, eventi tragici e atti di mecenatismo.
Già dal suo matrimonio (1868) con Umberto I, Margherita strinse un legame profondo con la città brianzola. Ad esempio, la Villa Reale di Monza fu donata dal Re Vittorio Emanuele II come casa nuziale alla coppia reale e la regina rimase affezionata a questa residenza estiva.
Questi fatti storici, insieme ad altri aneddoti di corte, spiegano perché Monza celebri oggi la sua memoria. Scopriamo dunque alcune curiosità che illustrano il rapporto speciale tra Margherita e Monza, radicato nei luoghi e negli avvenimenti del passato.

La Villa Reale di Monza: regalo di nozze e dimora estiva
La magnifica Villa Reale, già reggia asburgica, divenne proprietà dei Savoia proprio in occasione delle nozze tra Margherita e Umberto I (22 aprile 1868). Fu infatti il re Vittorio Emanuele II a donare ai novelli sposi la Villa di Monza come “casa propria veramente”. D’ora in poi Monza sarebbe stata per Margherita la sua casa estiva prediletta: ogni anno da aprile a ottobre la regina vi trascorreva lunghe villeggiature. In quei mesi la Villa Reale si trasformava in un centro mondano e culturale: Margherita la arredò secondo il suo gusto, modernizzando gli appartamenti e organizzando ricevimenti con artisti e intellettuali. La sua influenza lasciò tracce tuttora visibili nel complesso di Villa Reale, Giardini e Parco. In breve, la regina vide in Monza un rifugio privato e un simbolo dell’unità italiana, consolidato proprio dal passaggio di quella reggia dagli Asburgo ai Savoia.

Margherita mecenate delle arti a Monza
Appassionata di musica, letteratura e arte, Margherita di Savoia svolse anche il ruolo di mecenate culturale. Durante uno dei soggiorni a Monza, nel 1879, la regina invitò il giovane compositore Giacomo Puccini alla sua Villa Reale per ascoltarlo suonare al pianoforte. Colpita dal suo talento, le concesse una borsa di studio di 100 lire al mese per permettergli di studiare al Conservatorio di Milano. Fu grazie a questo sostegno diretto di Margherita che Puccini poté completare gli studi (1880-1883) e in seguito dare alla luce capolavori come La Bohème e Tosca. Allo stesso modo, la regina intrattenne rapporti epistolari e personali con grandi letterati dell’epoca: per esempio, il poeta Giosuè Carducci le dedicò l’ode celebrativa “Alla Regina d’Italia”. Tali gesti riflettono il clima culturale che Margherita contribuì a creare a Monza e in Italia, rendendosi punto di riferimento per la scena artistica e rafforzando il prestigio della città con le sue scelte di mecenatismo.
La tragedia a Monza: l’assassinio di Umberto I e la Cappella Espiatoria
Il legame di Margherita con Monza si segnò anche in modo tragico. La sera del 29 luglio 1900, durante una manifestazione sportiva presso la Società ginnastica “Forti e Liberi” di Monza, l’anarchico Gaetano Bresci sparò a Umberto I, uccidendolo poco distante dalla Villa Reale. Margherita, che si trovava all’interno della villa, assistette sconvolta all’attentato e corse in soccorso gridando “Fate qualcosa, salvate il Re!”, ma invano. Per volere della regina, su quell’esatto luogo del regicidio fu eretta in seguito la Cappella Espiatoria: un piccolo monumento funebre dedicato alla memoria del sovrano martire. La Cappella, terminata nel 1910, unisce motivi simbolici (croci di alabastro, mosaici bizantini) e custodisce il ricordo della tragedia. Ancora oggi essa rappresenta uno dei segni più tangibili dell’affetto di Margherita verso Monza: ricordando la figura di Umberto, testimonia il dolore personale della regina vedova e il forte attaccamento della sovrana alla città.
Questi episodi – dal dono nuziale alla Villa Reale alle circostanze dolorose del regicidio – mostrano come Monza sia stata teatro centrale nella vita di Margherita di Savoia. Le curiosità storiche appena illustrate illuminano il profondo legame tra la sovrana sabauda e la città brianzola. In vista del centenario della sua morte, Monza invita a riscoprire i luoghi e le storie legate alla regina: una rete di musei, istituzioni e percorsi culturali mira infatti a tenere vivo questo ricordo, celebrando la memoria di colei che fu amata come “la regina di Monza”.



