Verso Frosinone-Monza: eroi, record e imprese storiche, le 5 curiosità che non sai sui ciociari
Dalle rifondazioni ai gol di Ciofani, passando per lo stadio di proprietà: tutto quello che (forse) ignoravi sul Frosinone

Ogni città custodisce una squadra che rappresenta un intero territorio. In Ciociaria, quel simbolo si chiama Frosinone Calcio, una realtà capace di unire le generazioni e di resistere alle avversità sportive e finanziarie. Le sue stagioni non raccontano solo risultati, ma un modo di intendere il calcio: passione, continuità, senso di appartenenza.
La storia gialloblù è fatta di rifondazioni, promozioni inaspettate e figure rimaste nel cuore dei tifosi, spesso dimenticate fuori dai confini provinciali.
Fondata nel 1906, la squadra ha vissuto momenti di gloria e di difficoltà, ma è sempre rinata più forte. Alla vigilia della sfida casalinga contro il Monza, ecco cinque curiosità – e cinque protagonisti – che hanno reso il Frosinone una realtà unica nel panorama calcistico italiano.
Frosinone: la storia e Marco Cari
Il club è stato rifondato ben tre volte: nel 1945, nel 1959 e nel 1990, a causa di problemi economici e societari. Una tenacia rara che incarna l’identità del territorio. A rappresentarla in campo, negli anni ’80, c’è Marco Cari, portiere con il record assoluto di presenze (287) e protagonista della promozione in Serie C1 nel 1986-87. La sua carriera è un simbolo di fedeltà nei periodi più difficili, quando la squadra lottava per non scomparire.
Curiosità poco nota: nel 1990 il club rischiò di sparire a causa di un’indagine per presunte irregolarità, ma rinacque grazie all’impegno dei tifosi e delle realtà locali. Da quel momento, il Frosinone ha costruito la propria reputazione come una delle società più resistenti d’Italia.
Frosinone da record e Daniel Ciofani
Un altro primato rimasto negli annali riguarda la stagione 2018-19 di Serie A, quando il Frosinone segnò il gol più tardivo della storia del campionato, al 103’ contro il Parma. A firmarlo fu Daniel Ciofani, miglior marcatore di sempre con 73 reti, autore anche del gol decisivo che valse la prima promozione in Serie A nel 2015.
Ciofani è il volto moderno del club: professionista serio, capitano rispettato e legato alla città anche dopo l’addio. Insieme al fratello Matteo, anche lui ex giocatore giallazzurro, ha rappresentato una sorta di dinastia familiare che ha accompagnato gli anni più felici della squadra.
Stadio Benito Stirpe e Mirko Gori
Il Frosinone è tra i pochi club italiani a possedere il proprio impianto: lo Stadio Benito Stirpe, inaugurato nel 2017, può accogliere oltre 16.000 spettatori. È stato il primo stadio italiano di Serie B a introdurre il VAR e ha ospitato incassi record, come quello da 582.705 euro nella sfida contro la Juventus nel 2018.

Fra i protagonisti dell’epoca della rinascita c’è Mirko Gori, centrocampista con più di 230 presenze e capitano durante la scalata dalla Lega Pro alla Serie A. Un giocatore cresciuto nel settore giovanile e diventato simbolo del legame tra squadra e città.
Frosinone, tra Coppa Italia e Massimo Palanca
Nel 2023 il club ha scritto una delle pagine più inattese della sua storia recente: la vittoria per 4-0 sul Napoli campione d’Italia in Coppa Italia. Un risultato che ha ribadito la capacità dei giallazzurri di esaltarsi contro le grandi. Ma già negli anni ’70 il Frosinone aveva espresso talento, come quello di Massimo Palanca, capocannoniere della Serie C nel 1974 con 22 gol, poi diventato leggenda del Catanzaro in Serie A.
Tra i talenti lanciati dal club figurano anche Éder, autore di 14 gol in Serie B nel 2008-09, e Francesco Lodi, regista di grande qualità. Segno che la provincia, spesso, sa vedere prima di tutti il valore dei suoi giocatori.