Monza, dentro il Paese Ritrovato: il villaggio Alzheimer dove la vita ricomincia
Un progetto innovativo nato dalla cooperativa La Meridiana: un villaggio Alzheimer che restituisce autonomia e comunità ai pazienti.

“Il Paese Ritrovato” nasce nel 2015 dalla cooperativa La Meridiana. È un Villaggio Alzheimer unico in Italia, concepito come un piccolo borgo con appartamenti protetti e spazi comunitari. Qui gli ospiti, seguiti da operatori e volontari, possono vivere in autonomia e partecipare ad attività quotidiane come al bar, al cinema, in palestra, in chiesa o nella falegnameria.
Il vice-presidente Marco Fumagalli spiega: “È un modello con un futuro. Lo vediamo anche da come gli operatori lo riconoscono come esperienza di valore”.
La vita nel villaggio Alzheimer
Il villaggio ospita 64 residenti in due palazzine con otto appartamenti ciascuna. Ogni persona ha una stanza privata con bagno, spazi comuni e la possibilità di vivere la quotidianità secondo i propri ritmi. Libertà e socialità sono i cardini: i residenti scelgono autonomamente se stare in casa o unirsi alla vita comunitaria.
Secondo Fumagalli, “la socialità diventa più autentica quando non ci sono vincoli o obblighi. Questo è il vero valore aggiunto”.
Accesso e criteri di ingresso

L’accesso è regolato come in una struttura socio-sanitaria: serve una diagnosi di demenza e una valutazione geriatrica. È richiesta una buona autonomia motoria, ma non ci sono limiti rispetto ai disturbi comportamentali. Le famiglie si rivolgono al villaggio per affrontare la malattia in modo diverso e più umano.
Un modello innovativo e replicabile
Dal 2018, anno dell’inaugurazione, “Il Paese Ritrovato” ha accolto centinaia di ospiti e ha attirato l’attenzione anche a livello internazionale. Inserito nella rete dei Villaggi Alzheimer, ha ospitato quasi 300 delegazioni di operatori per scambi formativi.
Il modello, ispirato all’esperienza olandese di Hogewey, secondo i promotori è replicabile anche in Italia, a patto di superare le resistenze culturali e istituzionali. “Il futuro va in questa direzione, anche se serve coraggio e sostegno economico per partire”, spiega Fumagalli.
Le storie che fanno la differenza
Dietro i numeri ci sono persone. Una residente con demenza precoce, ex parrucchiera, nel villaggio ha potuto riprendere la sua attività nel negozio di coiffeur interno. Una testimonianza di come questo luogo restituisca non solo assistenza, ma anche identità e valore personale.