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Il piazzale della Chiesa di San Donato
Il piazzale della Chiesa di San Donato

Quando la vendetta sul Lecce ce la siamo presa noi ragazzi di San Donato. Domenica 16 giugno 1985: caldo, afa, estate piena. Anno dispari, quindi né mondiali né europei in vista. La serie A in archivio da un mesetto: storico e romantico scudetto al Verona di Bagnoli, secondo il Toro di Radice. Unico campionato col sorteggio arbitrale integrale e gli strisciati neri più colori assortiti tutte dietro. Meditate gente, meditate. Se avete un po’ di voglia e – soprattutto – tanto coraggio. La serie B si appresta invece a vivere l’ultima appassionante giornata. In vetta niente è già deciso: Pisa e Lecce 49, Bari e Triestina 47, Perugia 46. Le prime tre in paradiso, la vittoria valeva (ancora) 2 punti. In coda – da tempo spacciate Taranto e Parma – mischione clamoroso per evitare gli altri due biglietti con destinazione inferno. Il Monza di Magni ha conquistato una più che dignitosa salvezza la settimana prima a Trieste con uno 0-0 pieno di brividi per due clamorose occasioni mancate in contropiede dagli ospiti ed un penalty (generoso) calciato sul palo da De Giorgis, ipnotizzato dalla fama di pararigori di Alberto Torresin. I biancorossi, senza patemi e senza stimoli, ricevono il Lecce che ‘Genio’ Fascetti sta magnificamente guidando alla prima storica promozione in Serie A. Per tutta la settimana – pensa un po’ – i giornali la menano sulla voglia di vendetta del Monza: la ferita del 1979 è in effetti ancora sanguinante ma la retorica cartacea risulta a tratti insopportabile. Perché che quella partita si sarebbe incanalata sul pari utile ai pugliesi lo sapevano anche i sassi. Alla faccia dei nostri pianti disperati per i sogni in frantumi di 6 anni prima. In un Sada (quasi) interamente giallorosso una errata valutazione di Torresin su colpo di testa di Alberto Di Chiara regala il vantaggio agli ospiti. Che – nel breve volgere di 120 secondi – si scansano su una triangolazione Saini-Bolis-Saini: capitano a referto e partita chiusa con circa 75’ teoricamente ancora da giocare. Non avrei potuto – quello proprio no – assistere alla festa del Lecce e, per la prima ed unica volta in vita mia, uscii dallo stadio ad una decina di minuti dal termine. In Via Mentana, nell’area tra il carcere (allora in piena funzione) e l’ex macello, vidi parcheggiati decine di pullman dei tifosi pugliesi. Provai profonda invidia e un senso di legittima giustizia per lo scherzetto che un mio amico aveva combinato loro qualche ora prima. Lo racconto e spero di farmi capire bene anche da coloro che non conoscono la toponomastica della zona. Il piazzale della Chiesa di San Donato, via Buonarroti in direzione Brugherio, è stato per almeno tre lustri il mio luogo dell’anima. Nostalgia canaglia. Facebook, Instagram e tutti i social non lo eguaglieranno. Mai. Nemmeno lontanamente. Lì sono nate le mie amicizie storiche. Ragazzi veri e non virtuali. Ragazzi per sempre. Ragazzi del piazzale, appunto .. Ritrovo, riferimento, discussioni, cazzeggio, sfottò tra diverse fedi calcistiche. Avevamo circa 20 anni … Momenti che sarebbero stati da clonare ma non lo sapevamo. Tutte le sere, pioggia o neve chissenefrega tanto c’erano i portici, dalle 18.30 alle 19.30 e la domenica mattina in quello spazio di tempo compreso tra le messe ed il pranzo in famiglia. Anche ‘quella’ domenica mattina, 16 giugno 1985. Il nostro solito gruppo, la lettura commentata del vangelo laico chiamato Gazzetta dello Sport, qualche progetto per le vacanze, gli accordi per il pomeriggio. Poco dopo mezzogiorno da Brugherio in direzione Sada arrivano alcuni pullman bardati di giallorosso. Il primo si ferma al semaforo, abbassa il finestrino e: “Ragazzi, andiamo bene per lo stadio?”. I fuoriclasse realizzano in un attimo le cose che quelli normali pensano a lungo. Il mio amico Peder era un fuoriclasse: “No, no. Lo stadio è da un’altra parte. Dovete fare inversione ed al semaforo che avete appena passato girate a sinistra, seguite le indicazioni per il cimitero e meno di un chilometro dopo il cimitero c’è lo stadio.” Nel breve lasso di pochi secondi tra un rosso ed un verde lì aveva spediti al Brianteo!!! Che allora era un cantiere a cielo aperto. Poco dopo la carovana di pullman giallorossi, almeno sei o sette, ripassò davanti a noi in senso contrario: avevano fatto inversione e stavano seguendo alla lettera le indicazioni del mio amico. Altro che Google Maps … Vi lascio immaginare le nostre matte risate … Qualcuno – certo non io – provò a cazziare Peder. Che – da fuoriclasse assoluto – rispose prontamente: “A parte che non hanno chiesto quale stadio … E poi: sei anni fa ci hanno fatto piangere, oggi si incazzeranno un po’ quando capiranno dove li ho mandati ma stasera faranno festa e non se lo ricorderanno più mentre il loro scherzetto ci perseguiterà per sempre.” Grande Peder, amico mio di un tempo che più si allontana più torna prepotente in quell’angolo pieno di emozioni chiamato cuore.

La curva del Lecce al Sada domenica 16 giugno 1985

Domenica 16 giugno 1985. Monza, Stadio Sada

MONZA-LECCE 1-1  (1-1)

MARCATORI: A. Di Chiara (L) al 16’ pt – Saini (M) al 18’ pt

MONZA: Torresin, Saltarelli, Gasparini, Lorini (28’ st Catto), Spollon, Peroncini, Bolis, Saini, Ronco, Boccafresca, Ambu (40’ st Pellegrini). A disp.: Meani, Aquilante, Pagliari. All.: Meani

LECCE: Negretti, Vanoli, S. Di Chiara, Raise, Rossi, Miceli, Rizzo, Luperto (26’ st Levanto), Paciocco, A. Di Chiara (33’ st Cipriani), Palese. A disp.: Pionetti, Muggiano, Macri. All.: Fascetti

ARBITRO: Mattei di Macerata

NOTE: Spettatori 9.000 circa di cui non meno di 6.000 ospiti. 

Fiorenzo Dosso