Il fratello di Mario Balotelli accusa: 'Ecco perché a Pavia mi hanno fatto la guerra'
Enock Barwuah racconta la sua esperienza in Serie D: 'Chiesero lo sponsor a mio fratello, Mario rifiutò e da lì iniziarono a escludermi'

Enock Barwuah, fratello di Balotelli: ‘Mi hanno fatto la guerra’
Il fratello di Mario Balotelli, Enock Barwuah, è tornato a parlare della sua esperienza vissuta nella stagione 2018-2019 con il Pavia. Lo ha fatto in una lunga intervista al podcast YouTube Centrocampo, in cui ha denunciato episodi che gettano luce su pratiche scorrette e meccanismi distorti nel mondo dilettantistico: “Hanno chiesto lo sponsor a mio fratello per farmi giocare in D”.
L’approdo al Pavia avvenne tra grandi aspettative. Enock, all’epoca 25enne, si presentò con la Ferrari di Mario e la “benedizione” del fratello, che definì quella scelta “giusta”. Ma l’entusiasmo iniziale lasciò spazio ben presto a una realtà molto diversa. “Ero a Miami e fui contattato dal Pavia, mi voleva a tutti i costi. Poi le cose sono andate diversamente”, ha raccontato. Il turning point fu la visita di SuperMario alla squadra. Secondo quanto riferito da Enock, in quell’occasione la dirigenza avrebbe cercato un sostegno economico dal fratello maggiore. “Gli chiedono: 'Eh ma dai dacci una mano…'. La sua risposta fu secca: 'Se devo pagare per far giocare mio fratello, è meglio che andate tutti a lavorare, anche lui’”.
Da quel momento, le cose precipitarono. “Non ho più visto il campo ed hanno cominciato a farmi la guerra”, ha aggiunto Enock. E nonostante convincesse in allenamento, l’allenatore – secondo il suo racconto, riportato dai colleghi del QS – si sarebbe trovato sotto pressione al punto da escluderlo dalla formazione titolare.
Calcio dilettantistico e logiche oscure: ‘Mi umiliavano, volevano cacciarmi’
“Durante la settimana ero titolare, la domenica in panchina. Il mister mi diceva: ‘Vorrei farti giocare, ma se lo faccio mi cacciano’”. La situazione raggiunse l’apice nel match contro il Modena, in cui Enock entrò dalla panchina e fece la differenza. “Dopo quella gara il mister mi disse: ‘Adesso fai parte dei titolari, basta condizionamenti’. Due giorni dopo fu esonerato”.
L’arrivo del nuovo tecnico, che Enock conosceva da tempo, segnò un ulteriore passo indietro. “Non mi guardava neppure negli occhi”, ha raccontato. “Volevo andare via ma dissero che ero fondamentale, salvo poi voler mandarmi a Cuneo a mercato chiuso”. Il clima, a quel punto, diventò insostenibile: “Mi facevano impazzire. A San Marino stavamo perdendo e invece di farmi entrare hanno chiamato un ragazzo della juniores solo per provocarmi”.
Alla fine, Enock lasciò il Pavia con due mesi d’anticipo. “Mi hanno dato i soldi e sono andato via. Quando dovevano pagarmi mi dicevano: ‘Tanto tu non hai bisogno, sei il fratello di Mario’. E io rispondevo: 'Se devo fare il fratello di Mario, sto con lui e mi faccio pagare da lui. Ma se sto qua, mi devi rispettare come tutti gli altri’”.

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