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Mancavano poche ore alla presentazione del libro di Fiorenzo Dosso “Patrizio Sala: l’acqua dello scudetto” quando mi è arrivata la notizia dell’improvvisa scomparsa di Guido Vivarelli. Il classico fulmine a ciel sereno, anche perché avevo incontrato occasionalmente Guido poche settimane prima e lo avevo trovato in ottima forma.

Un ricordo che attraversa la storia del Monza

Con la scomparsa di Vivarelli se ne va un pezzo di storia dell’AC Monza; ed un pezzo della mia vita biancorossa, vita di anni ormai lontani, nel corso dei quali Vivarelli era l’ala del Monza che, con le sue movenze e la sua tecnica, aveva fatto breccia nel cuore di mio padre Angelo. Ed anche nel mio cuore, ovviamente: un po’ per riflesso incondizionato, un po’ per l’ammirazione che avevo per un calciatore che, come me, aveva gli occhiali (quando Guido giocava portava le lenti a contatto) che erano un tutt’uno col suo volto.

Ricordo Guido molto commosso alle esequie di Gigi Radice, nel dicembre di sette anni fa. L’ex giocatore biancorosso aveva un rapporto speciale col mister di Cesano Maderno. Molto diversi l’uno dall’altro a livello caratteriale: empatico e sempre cordiale Vivarelli, più freddo e distaccato Radice. Ma si erano sempre stimati intensamente e reciprocamente.

L’amicizia con Adriano Galliani e il legame con il mondo biancorosso

 

Vivarelli aveva anche instaurato un rapporto di profonda amicizia e stima con Adriano Galliani. In occasione di ogni loro incontro a cui ho assistito negli ultimi anni, i due si abbracciavano fraternamente. Ricordo ancora l’evento di poco più di un anno fa in cui Fiorenzo Dosso ed io abbiamo affiancato l’allora AD dell’AC Monza al Binario 7 per parlare di storia del calcio biancorosso. Con Fiorenzo avevamo stilato una “scaletta” con i vari temi da trattare nel corso della serata. Nel mio ruolo di conduttore, pochi minuti dopo l’inizio dell’evento avevo già cestinato la scaletta, diventata inutile per via di un Galliani piacevolmente dirompente ed esuberante come sua abitudine. Soltanto l’arrivo sul palco di Vivarelli, altrettanto abile nel trattenere la platea, aveva in parte frenato Galliani. Impresa non facile, ma riuscita a Guido senza troppa fatica. Sono certo che Adriano abbia subito un duro colpo nell’apprendere della scomparsa dell’amico Guido e che stia vivendo momenti di grande dolore.

L’ultimo saluto

Ciao Guido. Riposa in pace. Non dimenticherò mai la tua abilità sul campo; ma ti ricorderò sempre per le tue doti umane, per la tua spontaneità, per la tua simpatia e per la stima (contraccambiata) che hai sempre avuto per mio padre e per me.  Paolo Corbetta