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Proposta popolare contro la caccia

Il 23 giugno, l’ENPA, insieme a LAC, LAV, OIPA, Animalisti Italiani e LNDC, ha depositato una proposta di legge per l’abolizione totale della caccia in Italia. Un gesto simbolico, ma anche fortemente politico, con una visione alternativa al disegno di legge depositato in Senato il 20 giugno.

Quel testo, promosso da Lollobrigida con firme di Malan, Romeo, Gasparri e Salviti, vuole concedere più libertà ai cacciatori:

possibilità di cacciare ovunque,

aumento delle armi disponibili,

minori controlli e meno tutele per i cittadini.

Secondo ENPA, è un attacco al benessere animale e alla stessa Costituzione italiana.


Obiettivo 50.000 firme: come sostenere la proposta

La proposta di legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno. Ora parte la raccolta firme, accessibile online a tutti i maggiorenni italiani. Per firmare bastano pochi minuti:
🔗 collegati al sito ufficiale,
🆔 accedi con SPID, CIE, CNS o ADN,
📄 scarica, se vuoi, il tuo attestato di firma.

Sul portale potrai seguire in tempo reale l’andamento della raccolta: regione per regione, sesso per sesso, fascia per fascia. Un’iniziativa trasparente, digitale e capillare.


ENPA Monza e Brianza in prima linea

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La sede ENPA di Monza e Brianza non resta a guardare. Da sempre attiva sul fronte del diritto animale, ha scelto di mobilitarsi, invitando tutti i cittadini a firmare e diffondere il link.

📢 “Un piccolo gesto può cambiare le cose” – scrive l’associazione in una nota – “La fauna è patrimonio di tutti, non un bersaglio mobile”.

Una campagna fortemente condivisa anche sui social, con testimonial, volontari e appelli virali. Il messaggio è chiaro: la caccia non è più compatibile con un’Italia civile e sensibile.


Un’Italia divisa tra tutela e spari

Il dibattito sulla normativa venatoria divide il Paese. Da una parte, chi chiede tutela della biodiversità, rispetto per gli ecosistemi e metodi di contenimento non cruenti. Dall’altra, chi invoca la tradizione, il diritto alla caccia e il “controllo delle specie”.

Ma la tendenza europea è chiara: meno fucili, più natura. E questa iniziativa popolare potrebbe essere un primo passo verso una riforma radicale.

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