Due anni senza Silvio Berlusconi: il ricordo di un uomo che ha scritto pagine indelebili di storia
Il 12 giugno 2023 ci lasciava Silvio Berlusconi. Due anni dopo, il suo sogno biancorosso continua a vivere. Ecco il nostro omaggio al Presidente che ha cambiato per sempre la storia del Monza.

Era il 2018 quando Silvio Berlusconi, affiancato da Adriano Galliani, annunciava l’acquisto dell’A.C. Monza. In molti lo presero per un’operazione nostalgica, una coda romantica dopo gli anni d’oro con il Milan. Ma bastarono poche stagioni per capire che la passione era autentica. Berlusconi non voleva semplicemente rilanciare una squadra, voleva scrivere la storia. E ci è riuscito.
Con una gestione attenta, visione chiara e un progetto ambizioso, il Monza è salito in Serie A per la prima volta nella sua storia nel 2022. Un traguardo storico, sognato per decenni e finalmente realizzato grazie alla tenacia e alla fede incrollabile di un uomo che non ha mai smesso di credere nell’impossibile.
Il rapporto con la città e con i tifosi
Berlusconi ha saputo parlare al cuore della città. Monza non lo ha mai visto come un "forestiero", ma come uno di famiglia. I suoi discorsi, le visite a sorpresa allo stadio, le battute in conferenza stampa, il suo modo di fare calcio — tanto visionario quanto personale — hanno lasciato un segno profondo nel tessuto sociale del territorio.
Anche nei momenti più difficili, Silvio non si è tirato indietro. Ha difeso la squadra, ha investito, ha rilanciato, ha costruito. E soprattutto, ha regalato sogni. A Monza e ai monzesi.
Un’eredità viva — e ora da difendere
Oggi il Monza vive un momento delicato. Dopo tre stagioni indimenticabili in Serie A, culminate con salvezze conquistate sul campo e giornate da sogno contro le big, è arrivata una retrocessione amara. Non tanto per i numeri, quanto per lo spirito: una caduta senza lottare davvero, con quella fiammella che sembrava essersi spenta troppo presto.
È difficile non chiedersi cosa sarebbe successo se ci fosse stato ancora lui. Silvio Berlusconi non accettava la mediocrità, non sopportava la rassegnazione. Con lui al timone, probabilmente, le cose sarebbero andate diversamente. Perché il suo Monza era un progetto vivo, ambizioso, affamato. Non solo una squadra, ma un’idea: portare la provincia a giocarsela con i grandi, con orgoglio e stile.

Ora tocca a chi è rimasto, ai suoi figli, raccogliere quel testimone e proteggerlo con rispetto. L’eredità sportiva di Berlusconi non è fatta solo di promozioni e trofei, ma di valori, visione e identità. Sta a loro non disperdere ciò che è stato costruito con pazienza, cuore e investimenti, senza cadere nella tentazione del ridimensionamento passivo.
Il Monza ha ancora basi solide, tifosi appassionati, una città che ha imparato a sognare. Ma serve una direzione chiara, un progetto all’altezza del nome che portiamo nel cuore. Perché il modo migliore per onorare Silvio Berlusconi è difendere ciò che ha lasciato, con serietà e ambizione.
Il nostro grazie
Due anni dopo, il dolore si è trasformato in memoria, e la memoria in gratitudine. A Silvio Berlusconi va il nostro grazie più sincero. Per aver creduto in questa città. Per aver reso grande il nostro club. Per aver scritto con noi una pagina bellissima di calcio e di vita.
Oggi, più che mai, lo ricordiamo così: col sorriso, con gli occhi lucidi e con un applauso che sale dal cuore.
Grazie Presidente. Il tuo Monza non ti dimentica.