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– Carmine, come hai visto sabato il Monza?
Seguo sempre volentieri il Monza con molto affetto. Ieri sinceramente non ho visto un buon Monza, soprattutto ho percepito un atteggiamento preoccupato e poco convinto, forse legato al cambio di dirigenza. Sicuramente non lavorano con grande serenità in queste settimane. I giocatori non si discutono, non credo che questo sia il reale valore della squadra.

– Al Brianteo hai ritrovato volti speciali come Andreoletti, che hai avuto al Seregno e alla Pro Sesto, e Capelli, monzese ora a Padova. Che impressione ti hanno fatto?
Sabato ho avuto la conferma, se ce ne fosse bisogno, che Matteo e Alessandro sono persone determinate a fare bene il loro lavoro. Sicuramente avranno molto da lavorare, ma sono certo che si toglieranno grandi soddisfazioni.
Matteo già nel 2015 dimostrava di essere un allenatore del futuro: aveva idee chiare e argomentazioni da tecnico preparato. Oggi è un ottimo allenatore del presente e credo che calcherà palcoscenici ancora più importanti.
Alessandro, invece, ce l’ho nel cuore. Spero che la sua carriera non sia ancora al culmine: merita altre soddisfazioni e lo abbraccio tantissimo (ci vediamo presto per una cena!).

– Dopo esperienze così positive, ci sarà ancora spazio per il calcio nel tuo futuro?
Il calcio che volevo vivere con i miei amici non esiste quasi più. Era un calcio “minore”, dove gli affetti venivano prima di tutto. Con Matteo, Fraschini, Colombo, Nicola, Pippo Antonelli, Del Piano, Andreoletti, Peduzzi, Viscardi e tanti altri abbiamo condiviso gioie e dolori. Forse abbiamo perso più partite che vinte, ma eravamo sempre insieme: allenatori, direttori, giocatori e giornalisti, come una famiglia.
Quel calcio in 15 anni è cambiato, come è cambiato il mondo del lavoro. Il mondo gira in fretta, e io sono uno lento (ride). Però, se qualcuno che mi conosce vuole condividere ancora un po’ di calcio “pane e salame”, io non sono ancora in pensione…

– Nei giorni scorsi Monza-News ha ricordato i 10 anni dalla prima vittoria del Monza di Nicola Colombo. Vuoi dire qualcosa anche su di lui?
Vorrei spendere poche parole ma sincere per Nicola Colombo, che ha il merito assoluto di aver riportato il Monza dove merita. Ricordo ancora quelle giornate calde e afose in “sala parto”, davanti a Monzello e al tribunale, per prendere un Monza che stava per rinascere dopo il fallimento.
Nicola aveva l’amore vero per quel progetto e la passione giusta: infatti ha mantenuto ogni parola detta in quei giorni. Ora sta combattendo qualcosa di più grande e io lo abbraccio forte, augurando a lui e alla sua famiglia un mondo di bene. Forza Nicola!