Pareggio rigoroso...ma senza rigore: un Monza determinato conquista un buon punto a Bari (1-1)
Al San Nicola i brianzoli passano in vantaggio con Mota, poi incassano il pari da Moncini. Risultato giusto, buona prova corale. L'analisi del match.

“Il calcio moderno è proiettato più alla corsa e alla forza fisica”. Parole di Andrea D’Errico, eterna bandiera biancorossa ed ex di Monza e Bari.
Intensità, forza fisica e duelli sono l’abc della Serie B, una categoria difficile, tosta e insidiosa: tutti elementi che hanno animato il match del San Nicola, mettendo in luce l'agonismo dei pugliesi e l'organizzazione dei brianzoli.
“La prima cosa bella”, citando Nicola di Bari, porta la firma di Dany Mota, autore del gol che sblocca il match, poi Moncini “Passo dopo passo” rimette il punteggio in parità.
Il Monza segna, domina nei primi 15’, incassa l'1-1 su incertezza difensiva ma non si scompone, contiene la risalita del Bari e riordina le idee nel secondo tempo, costruendo diverse occasioni senza però capitalizzarle.
Arbitraggio da matita rossa, con doppia sottolineatura in negativo, per Simone Galipó, che non assegna un rigore netto al team di Bianco per tocco di mano di Vicari su tiro di Galazzi indirizzato in rete. Un grave errore, inaccettabile in epoca Var, che penalizza gli ospiti e macchia pesantemente la direzione di gara.
Onore, invece, ai 104 irriducibili tifosi del Monza, presenti sugli spalti del San Nicola a sostenere, ininterrottamente, la squadra biancorossa.

Squillo di Mota, pareggio di Moncini
Reduce dal successo sul Mantova all'U-Power Stadium, il Monza prosegue il suo cammino a Bari alla ricerca di una continuità in termini di risultati e prestazioni.
Bianco conferma l'1-3-4-2-1 e la stessa ossatura del match contro i virgiliani. Un sistema bilanciato che dà consistenza ai reparti e alla manovra: Thiam tra i pali; terzetto difensivo formato da Delli Carri, Ravanelli e Lucchesi; Pessina e Obiang in mediana con Birindelli e Azzi sugli esterni; Galazzi e Caprari sulla trequarti alle spalle di Mota.
Caserta risponde con un 4-3-3 centrato e di gamba, con marcature uomo su uomo e un gioco votato sulle transizioni: Cerofolini in porta; Dickmann, Vicari, Nikolau e Dorval nella linea arretrata; Braunöder, Verreth e Pagano a centrocampo, Partipilo, Moncini e Sibilli in attacco.
I brianzoli partono col piede giusto e nei primi 15' articolano un possesso palla ragionato, lucido sul piano della manovra e più consolidato nella metà campo avversaria (a differenza dello scorso anno). Un gioco diretto e verticale che sfrutta le combinazioni sulle catene laterali per liberare le zone centrali, partendo dal presupposto che, da manuale del calcio, "non c’è ampiezza senza profondità e non c’è profondità senza ampiezza”.
Al 2' il Monza apre le danze: filtrante di Obiang per Caprari, assist di tacco del numero 10 per Mota e gol dal limite dell'area del portoghese. Invenzione superlativa di Caprari, spalle alla porta, di conoscenza tattica e visione; un'azione architettata a regola d'arte, perfetta nel timing e nell'occupazione degli spazi. La formazione di Bianco comanda la gara nel primo quarto d'ora, ma al 16' si fa infilare dal Bari: incertezza difensiva Ravanelli e Thiam e gol di Moncini dalla distanza.
La partita cambia registro, coi l'inerzia che vira a favore dei Galletti. La squadra di Caserta è aggressiva, alza la pressione individuale e il pressing collettivo, acquista fiducia e prova ad affacciarsi con più frequenza sulla trequarti monzese, confezionando due grosse occasioni sventate provvidenzialmente da Thiam.

Il Monza sale, il Bari riparte
La ripresa scorre sui binari dell’equilibrio, con continui ribaltamenti di fronte e occasioni non sfruttate da una parte e dall’altra.
Lucchesi è una garanzia nel pacchetto arretrato, Obiang una certezza in mediana tra palloni recuperati e un'ottima fase d’interdizione, Azzi sale di rendimento a sinistra, Keita entra benissimo e mostra tutte le sue qualità, un “plus” autentico per la B.
Il Monza prende in mano l'iniziativa, il Bari si mette sotto palla e gioca in transizione. Al 53' episodio clou della gara: Galazzi calcia in porta ma trova l'opposizione di Vicari che, con il braccio, ferma la corsa del pallone destinato in rete. L'arbitro non vede il tocco e non concede il rigore, con il Var inspiegabilmente apatico e poco reattivo.
Con l'inserimento di Keita, Alvarez e Colombo, nell'ultimo atto di gara i brianzoli aggiungono densità a centrocampo e passano all'1-3-5-2, con lo spagnolo e l'uruguaiano molto mobili in avanti. Tanto possesso, una circolazione fluida ma poca precisione negli ultimi 16 metri: il Monza ci prova ma non è efficace nella finalizzazione, con 2 soli tiri nello specchio della porta su 13 totali.
Dopo 5' di recupero, l'arbitro manda tutti sotto la doccia: Bari-Monza termina 1-1.

Le qualità non bastano
“In Serie B le qualità non bastano”. Un messaggio chiaro, quello di Paolo Bianco alla vigilia di Bari-Monza. La partita in terra pugliese conferma la regola, la pratica rispetta la teoria e rimarca la complessità del torneo cadetto, un campionato in cui la competitività, l'atteggiamento e la voglia di combattere svolgono insieme un ruolo cruciale.
I biancorossi giocano una partita concreta, si adattano al contesto e combattono su ogni pallone, da squadra vera che cresce giorno dopo giorno, consapevole che nulla va dato per scontato e tutto deve essere conquistato. Con fatica, spirito di sacrificio e applicazione, senza lasciarsi sedurre dalla vanità del «goleare», come diceva il sommo Gianni Brera.
L'1-1 finale rispecchia l’andamento della partita, coi brianzoli che, al netto di qualche rimpianto in fase offensiva, mostrano carattere e tornano in Brianza con un buon punto, agganciando a quota 4 il trenino di formazioni in testa alla classifica.
La sosta per gli impegni delle Nazionali, contestualmente con la chiusura del calciomercato, arriva nel momento giusto per fare quadro, tirare le somme della rosa e valutare gli elementi a disposizione, correggere i problemi e migliorare, continuando a lavorare con determinazione per ripartire al meglio nella trasferta di Avellino.
A cura di Andrea Rurali