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Alessandro Impagnatiello, il barman dell'Armani sospettato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, alla fine ha confessato tutto. E' crollato poco prima dell'1 di notte nella caserma dei carabinieri, confessando agli investigatori dell'Arma e al pm Alessia Menegazzo l'omicidio della compagna Giulia, incinta al settimo mese, e dando indicazioni precise sul luogo in cui aveva abbandonato il cadavere della donna, di cui non si avevano più notizie dalla sera di sabato della scorsa settimana. 

Impagnatiello, che già aveva un bambino di 6 anni da una precedente relazione, aveva anche un'altra relazione con la donna, un'americana, che aveva perso tempo prima il bambino. Sarebbe stata proprio l'amante, una collega al bar di Milano di Impagnatiello, a chiedere al 30enne di incontrare Giulia Tramontano quel sabato. Entrambe le donne, prima ignare l'una dell'altra, a quanto si è appreso, dallo scorso aprile avevano iniziato ad avere sospetti sul fatto che il 30enne avesse una terza relazione. Con la collega, l'uomo avrebbe più volte parlato male della fidanzata, dicendo, pare, anche che avesse problemi mentali e non solo, per screditarla in ogni modo.

Dalla denuncia del 30enne, presentata domenica, sarebbero emerse, poi, anche tutta una serie di incongruenze, come un luogo con un indirizzo inesistente dove sarebbe andata, a suo dire, la fidanzata. Gli investigatori sospettano, da una serie di elementi, tra cui le analisi delle telecamere della zona e le attività sui telefoni sequestrati, che dopo quell'incontro tra le due donne di sabato scorso Giulia Tramontano sia tornata a casa e proprio nell'abitazione l'uomo potrebbe averla uccisa e poi aver nascosto il corpo. Si indaga anche per capire se qualcuno possa aver aiutato il 30enne, su presunti complici ancora da individuare.