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Nel calcio di oggi non c’è più spazio per le favole. Un leitmotiv che risuona spesso nelle orecchie dei monzesi, abituati per inerzia, come tutti i supporter delle cosiddette provinciali, ad accontentarsi di traguardi inferiori, privati fin da piccoli della possibilità di ambire a qualcosa di grande, salvo rare circostanze in cui la sorte decide di mescolare le carte in tavola. Si può dunque affermare che, anche nel football, la classe operaia non va in paradiso, benché sempre più di frequente sceicchi, oligarchi e semplici magnati come Berlusconi abbiano deciso di investire le proprie fortune in club dal passato non certo zeppa di successi, provando a ribaltare le gerarchie e in alcuni casi a riscrivere la storia.

Inutile negare che buona parte della piazza brianzola, inebriata dall’essenza della Serie A, abbia fantasticato su ipotetici piazzamenti da capogiro dei biancorossi, incoraggiati anche dai proclami societari e da un mercato fin qui ambizioso che lascia presagire un roseo futuro. I bagai non sarebbero di certo i primi ad aspirare alla gloria dopo un passato da matricola, visti i precedenti sparsi per l’Europa che alimentano e confortano le speranza di un’intera città. Se in Brianza infatti la A è arrivata dopo più di un secolo di attesa, molto meno hanno dovuto attendere i tifosi del giovanissimo Lipsia, fondato solamente nel 2009 e arrivato nel giro di un decennio ai vertici della piramide calcistica tedesca grazie al capitale immesso dal colosso Red Bull, che ha permesso ai tori rossi di conquistare in pochi anni una coppa di Germania e soprattutto cinque qualificazioni alla Champions League.

Attraversando la Manica, e andando ben più a ritroso nel tempo, è impossibile non menzionare l’incredibile vicenda del Nottingham Forest, vincitore da neopromosso del campionato inglese, o quelle meno romantiche di Chelsea e Manchester City, usciti dal tunnel dell’anonimato grazie ai sostanziosi investimenti delle proprietà straniere che hanno consentito ai due sodalizi di diventare rapidamente potenze continentali. Un obiettivo al momento distante dalle reali potenzialità del Monza, che ambisce più realisticamente a ripercorrere le orme dell’Atalanta o, perché no, anche dell’Hellas Verona e del Cagliari di varie stagioni fa, underdog per antonomasia capaci di trionfare contro i favori del pronostico in A diventando punto di riferimento per tutte quelle provinciali che cercano con anima e corpo un posto in paradiso.