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La memoria, alle volte così nitida, esprime il suo potere tramite sapori, profumi, odori, istantanee, altre volte invece ci sforziamo di ricordare un dettaglio ma non ci riusciamo. Chissà perché? Noi due, i gemelli, abbiamo un dono innato: quello di intenderci all’istante e sapere cosa sta macchinando il pensiero dell’altro. Mio fratello è il mio miglior amico e viceversa. Non so dire qual è stato il momento preciso in cui siamo diventati biancorossi perché siamo sempre stati biancorossi: la domenica all’oratorio c’era sempre uno che portava la radiolina per tutti e ci accalcavamo, chi a seguire l’Inter, chi il Milan, chi la Juve. Qualcuno tifava pure per il Toro. Noi due no, aspettavamo con il groppo alla gola gli interventi dalla serie B e quando eravamo relegati a “Gli altri campi della serie B”, erano attese continue. Siamo nati biancorossi nell’anima. Il nostro desiderio era vedere dal vivo il Monza e cogliemmo l’occasione quando venne inaugurato il Brianteo. "Zio ci porti a vedere il Monza?" Detto fatto, zio Dario è sempre stato un tesoro. Quello stadio così moderno e imponente aveva la tribuna centrale ancora chiusa, il resto dell’impianto stracolmo di gente, monzesi e romanisti viso a viso contrapposti e separati dai 100 e poco più metri del terreno di gioco. Finì come sapete tutti. Renato fece Renato, Casiraghi fece Casiraghi. Il campione ce l’avevamo noi, mica loro! Da lì in poi, il Brianteo divenne la nostra seconda casa e l’abbonamento in curva a 10.000 lire per gli studenti fece il resto. Passa il tempo, un altro ricordo: un’estate di tanti anni fa Terraneo disse “con Carruezzo e Brogi faremo valanghe di gol “. "Caspita - mi dicevo - sono così forti?" Monza – Bari, prima di campionato. Rigore per noi, tira Brogi, debole e centrale. Proseguirà così per il resto del campionato. Zero gol lui, uno solo Carruezzo. Ma noi avevamo Robbiati, i campioni sono campioni e a Monza li vedevamo prima che diventassero famosi. Un giorno arrivò al Brianteo il piccolo Licata, la partita la fecero i nostri con un perentorio 4-1 che solo la dabbenaggine del fischietto di gara (Boggi di Salerno) potè annullare da ogni almanacco calcistico, per una nebbia che con quel risultato poteva benissimo restarsene lI’ ancora pochi minuti. Accadde quello che tutti sapete : sospesa e ripetizione della gara, che poi finì 0-0. Dicembre 1995: una nevicata di quelle forti mise a repentaglio un Monza- Spal particolarmente sentito, spalatori imperterriti ed un pallone arancione risolsero ogni problema e saltò fuori una delle più intense partite a cui abbiamo assistito, 4-2 ed estensi a casa bagnati come pulcini.

Ci risiamo. Oggi Monza – Spal, venerdì 25 settembre 2020, aprirà le porte del “Sogno”, accenderà gli entusiasmi, mostrerà all’Italia intera un Brianteo (ora si chiama U-Power Stadium, ma per noi vecchi tifosi sarà sempre il Brianteo) gioiello! Ne è passato di tempo da quel Monza-Roma con la tribuna chiusa. Il “Sogno” a cui anche Renato Pozzetto non credeva, con quella frase diventata storica “Io sono del Monza e non andremo mai in serie A”. E invece eccoci qui, a sognare. Noi tifosi nell’Anima e biancorossi nella pelle sotto sotto ci abbiamo sempre creduto. Sono 19 anni che aspettavamo la B e Lei come la più bella regina, dopo l’attesa si è mostrata, scintillante come non mai. Tutto è cambiato in questi anni tranne i nostri Cuori. Chi ci mette il Cuore ha vinto in partenza!

“Scusa Ameri, dai campi della serie B, a Cosenza ha segnato Carruezzo per il Monza.”

Eh sì, biancorossi si nasce.

Manuele & Daniele Schenoni