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Una vittoria ottenuta con un po' di sofferenza contro la Pro Vercelli di mister Gilardino e dell'ex Franchino. Tre punti incisivi, nel glorioso "Piola", a livello di graduatoria visto l’ulteriore vantaggio accumulato (15 punti) sull'inseguitrice Pontedera, fermata a Novara. Biancorossi che hanno messo a segno 45 reti subendone 13 (migliore difesa ed attacco del girone) in questi 23 incontri, diciassettesimo risultato utile consecutivo. Monzesi che segnano due reti in un match per la nona volta; si confermano la compagine che ha totalizzato più punti nei tre raggruppamenti, decima vittoria su dodici in trasferta in cui sono tuttora imbattuti.

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Monza che nel turnover difensivo centrale lascia stavolta in panchina Paletta, con Iocolano ancora confermato sulla trequarti, Fossati (mezzala) e Rigoni per la prima volta insieme titolari e Mota al debutto dall'inizio; la Pro Vercelli cambia il suo modulo solito, passando ad un 3-5-2 più coperto e con la punta Comi relegata inizialmente in panchina, come l'ex Franchino. Lo start è ad appannaggio biancorosso, Fossati e compagni più propensi alla distribuzione e presenti nella metà campo avversaria con buona lucidità, fluidità ed un'intensità discreta. I piemontesi provano di tanto in tanto a ripartire ma è solo con Rosso che tentano di impensierire un attento Lamanna; quando il 1912 accelera son dolori per le Bianche Casacche tramortite con un "uno-due" poderoso in metà tempo, Fossati su spunto notevolissimo del lusitano Mota da sinistra e un piazzato di Morosini, su cui è probabilmente il difensore casalingo Auriletto ad insaccare. Di seguito l'incontro si fa molto maschio e spezzettato con gli Eusebiani a provarci tanto generosamente quanto caoticamente senza esiti positivi, i Bagaj controllano con pochissimi patemi, buon ordine in copertura campo e pressione in non possesso.

Una fase di gioco

Nella ripresa l'inerzia cambia velocemente, un rigore trasformato da Rosso e procurato dal neo entrato Comi (ex Vicenza e Reggina) riapre a sorpresa le sorti della gara. I Gila Boys giustificano ora l'appellativo di Leoni, anche gli ingressi immediati di Varas e Bani supportano la crescita in aggressività e l'innalzamento del baricentro. I biancorossi faticano, in alcuni frangenti vanno in affanno e in possesso manifestano difficoltà ad eludere il primo pressing; la Pro la mette sulla garra ma obiettivamente non crea molto e conquista per lo più pericolosi calci da fermo, da cui nasce la pericolosa punizione di Quagliata su cui Lamanna compie un difficile intervento all'incrocio. Dopo 25-27 minuti i ritmi vercellesi calano inevitabilmente e, col passare del tempo D'Errico (entrato insieme a Chiricò ed Armellino) e company tengono più a bada l'avversario sempre meno lucido, portando a termine il compito.

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Una prestazione quasi a due facce della medaglia nella Città del Riso, nel primo tempo il Monza ha mantenuto le redini delle ostilità, lavorando ai fianchi e punendo con concretezza la Pro ogni qual volta accelerava col suo gran spessore tecnico individuale; nel secondo tempo, complice anche il fulmineo episodio del penalty, la situazione è mutata. Il 1912 però ha saputo soffrire, pur faticando, e non ha mai perso la testa dinnanzi ad una squadra affamata di punti e mutata sin da subito per 3/11 rispetto ai primi 45. La fase difensiva si è comportata nel complesso positivamente e col giusto equilibrio tattico, episodio del rigore a parte; a livello di possesso buone indicazioni nella frazione iniziale, più farneticante sull'1-2 in cui qualche uscita palla, sia dal basso che in mediana, si è rilevata difettosa. Il pacchetto difensivo si è districato in maniera piuttosto egregia, anche sui piazzati altrui e nelle fasi generali ad interpreti schierati; la mediana ha inferto ordine, buona geometria e fisicità all'inizio, poi si è dovuta adeguare all'imprinting che ha costretto l'undici a schiacciarsi in soventi momenti, senza però mai capitolare nel filtro. Gli attaccanti hanno svolto bene le mansioni sia di spalle che di fronte alla porta, Mota abile a svariare con mobilità sul fronte, attaccare la profondità e pressare alto, Gliozzi generoso a lavorare nel gioco di sponda, farsi sentire nei contrasti sporchi e partecipare al raddoppio.

Sandro Coppola